#MeToo colpisce i pubblicitari
(anche il creativo della campagna anti molestie)

Alessandra Muglia


Dopo Hollywood e i media, l’onda lunga del #metoo negli Usa sta investendo il mondo della pubblicità. Complice un profilo Instagram gestito in modo anonimo che da ottobre raccoglie e pubblica le denuncie di insistenti inviti a cena, stalking, tentativi di violenze sessuali tra i creativi di Madison Avenue, la strada delle agenzie newyorchesi. Sul banco degli imputati di @DietMadisonAve è finito nientemeno che Ted Royer, l’artefice della campagna-icona contro le molestie sessuali lanciata dal New York Times, quella con «he said, she said» sotto lo slogan «The truth has a voice», il cui spot è stato presentato ai Golden Globe ai primi di gennaio e che correrà per l’Oscar.
Royer è stato rimosso dall’incarico di direttore creativo il 31 gennaio dall’agenzia Droga5 per una non meglio precisata «cattiva condotta sul posto di lavoro». Poche settimane dopo Quartz ha rivelato che tra i molestatori comparsi nelle stories di @DietMadisonAve c’era anche lui. Non è possibile leggere la denuncia di chi lo accusa visto che questi post di Instagram scompaiono dopo 24 ore, a riferirla è uno delle 17 persone che gestiscono il profilo in totale anonimato. Oggi anche il New York Times cita «Droga5» tra le agenzie chiamate in causa sul profilo Instagram ma senza citare il nome di Royer.
Sull’account vengono pubblicati nomi dei presunti molestatori con i dettagli dei misfatti che scompaiono 24 ore dopo. Un operatore, comunicando con messaggi privati con il New York Times, ha riferito che prima di rendere pubbliche le accuse, il team le vaglia, cercando altre fonti confidenziali. Una spiegazione che tenta di calmare l’ondata di proteste che l’iniziativa ha sollevato soprattutto tra gli addetti ai lavori. @DietMadisonAve era scomparso lunedì, quando un gruppo di donne della pubblicità aveva scritto una lettera aperta di condanna delle «tattiche scorrette» dell’account: “«Non è accettabile usare un account social anonimo per accusare persone ed emettere verdetti».
Negli ultimi due mesi una serie di manager e creativi di alto livello si sono dimessi
da varie agenzie newyorchesi e il team di @DietMadisonAve, con più di 20 mila follower, sostiene che otto dei pubblicitari denunciati sul social sono poi stati licenziati.
Ce n’è abbastanza per un nuovo ciclo di «Mad Men», la popolare serie tv sugli uomini di Madison Avenue, i pubblicitari newyorchesi pronti a tutto.

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