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Il cardinale Montenegro: "Ci si commuove per gli animali ma non per i migranti e i poveri"

«La nostra terra è ferita mortalmente da tante situazioni inquietanti e la chiesa spesso è disinteressata ai problemi sociali. So che parlare di queste cose non è popolare né gradevole». Dirette ma sentite le parole dell’omelia dell’arcivescovo di Agrigento, cardinale Francesco Montenegro, pronunciata in occasione del solenne pontificale dell’Immacolata Concezione

Frasi che dipingono la realtà sociale e il contesto culturale in cui viviamo che risuonano durante il dialogo con i fedeli, dove Mons. Montenegro, sottolinea inoltre le disparità e la sofferenza dei migranti. «Capita, giustamente, di commuoverci dinanzi a un animale che soffre (è una creatura vivente che merita rispetto), ma, per esempio, poi si resta indifferenti dinanzi a uomini (migranti) che hanno la colpa di voler vivere come gli altri e per questo soffrono e muoiono a migliaia, o dinanzi ai poveri che soccombono per la fame, o subiscono la violenza dei prepotenti o pagano il prezzo della corruzione e dell’illegalità»

La Sicilia descritta una terra ferita e provata da grosse problematiche «alta disoccupazione giovanile, e non come un’inarrestabile emorragia di vita e vitalità che costringe a emigrare; le famiglie spezzate anche a causa dell’emigrazione (figli senza padri e mogli senza mariti, padri soli in terra straniera)- continua- le nostre strade che non permettono comunicazioni veloci e sicure; l’università che stenta a ripartire; il turismo mordi e fuggi che non è risorsa né aiuta a una ripresa economica; le aziende quasi inesistenti e in difficoltà; la politica litigiosa e poco creativa; l'artigianato che tramonta; la violenza che si chiama mafia e il potere che si chiama massoneria».

Una dura critica ma piena di consapevolezza ma anche speranza, conclude infatti con un messaggio di speranza. «So anche che in questa terra c'è tanta gente, giovane e meno giovane, coraggiosa e generosa, impegnata nel bene che getta testardamente i semi per un futuro diverso e migliore, ed è la presenza di questa gente che fa dire che è possibile il meglio per questa terra - prosegue – anche le nuvole più nere non sono mai così nere perché rivelano sempre un bordo d’argentò, dice un proverbio arabo. E grazie a questa gente attiva e responsabile che, senza cadere in contraddizione, affermo che questo è pur essendo tempo critico è anche tempo in cui pulsa la vita e la luce. La natura stessa ci spinge alla speranza».

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