La soglia al di sopra della quale le imprese agricole dovranno far produrre la documentazione antimafia resterà a 5000 euro, ovvero al valore previsto dall'emendamento al decreto fiscale approvato dal Senato e riferito al decreto legislativo n. 159 del 2011 modificato nell'estate scorsa.

Questo perché ieri pomeriggio, 29 novembre, alla Camera dei Deputati la ministra per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, - meglio noto come decreto fiscale di fine anno per il 2018 -, nel testo della Commissione, identico a quello approvato dal Senato.

Salta quindi l'emendamento messo a punto da Massimo Fiorio (Pd), sul Decreto fiscale che portava da 5mila a 25mila euro la soglia di esenzione dall'obbligo di presentazione della documentazione e della informazione antimafia per tutti i concessionari di terreni agricoli e zootecnici demaniali che usufruiscono di fondi europei e per tutte le imprese detentrici a qualsiasi titolo di terreni agricoli. Sull'emendamento Florio si era pronunciata positivamente la Commissione agricoltura, che aveva subordinato l'innalzamento della soglia a una introduzione scaglionata nel tempo dell'obbligo per le domande relative a contributi europei che superino i 25.000 euro.

La patata bollente passa ora nella mani del Governo, intenzionato a porre la fiducia anche sulla legge di bilancio e a presentare un maxiemendamento sul quale anche porre la fiducia: secondo indiscrezioni trapelate nella prima serata di ieri, al ministero per le Politiche agricole si starebbe lavorando per approntare un subemendamento dell'esecutivo alla legge di bilancio in modo da risolvere la questione documentazione antimafia, del quale non è nota la portata. E al momento in cui questo articolo va online non vi è ancora nulla di ufficiale.

Pertanto, per effetto della fiducia sulla legge di bilancio, sembra destinato a decadere anche l'emendamento alla legge di bilancio, recentemente accolto al Senato in commissione bilancio, che impone comunque la comunicazione antimafia a tutte le imprese sopra i 5.000 euro di contributi anno, ma che gradua nel tempo l'onere ben più gravoso dell'informativa sulle imprese più grandi.

L'emendamento - firmato dai senatori Franco Panizza, Albert Laniece, Hans Berger, Pietro Langella e Lucio Baran, disponeva questo tipo di soluzione:
  • tutte le imprese agricole con contributi comunitari superiori a 5.000 euro sono comunque tenute ad effettuare la richiesta in prefettura della documentazione antimafia se pur limitata alla sola comunicazione da parte degli Uffici territoriali di Governo delle eventuali misure restrittive in capo all'imprenditore e i suoi immediati preposti.
    Resterebbe l'esenzione della comunicazione solo sotto i 5.000 euro.
  • l'acquisizione invece della più approfondita informazione antimafia da parte degli organismi pagatori, per le imprese con contributi comunitari compresi tra i 5mila ed i 25mila euro è sospesa fino al 31 dicembre 2018, ma scatterà dal 1° gennaio 2019.
  • tutte le altre imprese, quelle con contributi Pac e progetti Psr del valore superiore a 25mila euro di contributi comunitari, restano obbligate sin da subito anche alla più onerosa informazione antimafia.

Resta da capire - a questo punto - se il Governo riuscirà a fare di meglio.
Aggiornamento al primo dicembre 2017: "Il Governo vara l'entrata in vigore scaglionata"

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