Bari

Sanità, la Puglia risparmia su tutto ma cancella i tagli ai direttori: "Così abbiamo i migliori manager"

In commissione regionale il voto di Pd e Forza Italia fa saltare la decurtazione agli stipendi. Contrario il Movimento 5 Stelle. Secondo la maggioranza i direttori non possono guadagnare meno dei loro sottoposti
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Scatta l'aumento per i manager Asl e la maggioranza torna a litigare, mentre l'opposizione attacca la giunta. Succede tutto nella seduta della prima commissione del consiglio regionale, dove nel corso dell'analisi del bilancio consolidato della Regione Puglia si affronta anche la proposta di modifica della legge regionale del 2011 con cui veniva decurtato del 10 per cento lo stipendio dei manager delle aziende sanitarie pugliesi.

Per comprendere questa vicenda bisogna fare un salto indietro nel tempo di sei anni, quando a Regione, guidata all'epoca da Nichi Vendola, decise di tagliare i compensi dei direttori generali (e in generale di tutti i componenti dei cda pubblici), approvando il cosiddetto 'taglia stipendi'. Risultato: buste paga dei vertici della sanità decurtate del 30 per cento (un primo taglio del 20 per cento tramite delibera di giunta e un secondo taglio del 10 per cento con legge regionale del consiglio). Assieme ai compensi dei direttori generali furono ridotti anche quelli dei direttori amministrativi e sanitari, che passarono da 123mila a 89mila euro.

Una decisione che scatenò la polemica dei manager, che in questo modo per anni si sono ritrovati a percepire uno stipendio inferiore di quello dei direttori di distretti sanitari. Ora la spending review è soltanto un ricordo lontano: anzi, si punta ad aumentare i salari per attirare i migliori professionisti sulla piazza. Questa almeno è la motivazione che a giugno scorso ha spinto la giunta regionale a ridurre il primo taglio, eliminando la decurtazione del 20 per cento decisa dalla precedente giunta Vendola. In questo modo lo stipendio dei dg è salito da 110mila a 139mila euro lordi.

Con la delibera i manager sono stati anche divisi in due fasce. I direttori generali di prima fascia (dirigenti delle sei Asl e dei due Policlinici di Bari e Foggia) percepiranno un trattamento economico di 139mila euro. In seconda fascia invece i dirigenti degli Irccs di Bari e Castellana Grotte e dell'Istituto zooprofilattico sperimentale di Puglia e Basilicata che percepiranno uno stipendio lordo annuo di 125mila euro. "Ma bisogna considerare - dicono ora i dirigenti dell'assessorato alla Sanità - che in media in Italia lo stipendio di un direttore generale Asl si aggira sui 154mila euro lordi. Se come Regione vogliamo essere competitivi e attirare i manager miglior dobbiamo anche noi attestare gli stipendi attorno a quella cifra, considerando anche che è già uscito il bando nazionale dell'albo degli idonei a fare i manager".

Per completare il rialzo delle buste paga c'era bisogno dell'ultimo passaggio, ovvero l'eliminazione del taglio del 10 per cento varato sempre nel 2011 dal parlamentino di via Capruzzi tramite legge regionale. Per questo la materia è stata affrontata in commissione regionale. Lo stop alla decurtazione è passato a maggioranza (i voti dei dem Ruggiero Mennea e Sergio Blasi e del popolare Napoleone Cera).

Ha votato a favore anche il fittiano Ignazio Zullo. Si sono astenuti invece altri consiglieri di maggioranza come il vendoliano Mino Borraccino e il civico Gianni Liviano, oltre al forzista Nino Marmo. Voto contrario da parte dei due pentastellati Antonella Laricchia e Mario Conca. In questo modo gli stipendi dei dg arriveranno a toccare quota 154mila lordi (ma con i premi si potrà arrivare fino a 170mila euro lordi), eliminando una volta per tutte "il paradosso" - come lo chiamano in assessorato - della busta paga del vertice meno ricca rispetto a quella di suoi dirigenti sottoposti.

Ora la modifica alla legge dovrà essere affrontata nella seduta del consiglio regionale la prossima settimana, ma già si prevedono scintille, considerando le prime reazioni: "Il problema - afferma Borraccino (Sinistra italiana) - è rappresentato dall'ambiguità del governatore che anche in campo sanitario sconta l'assenza di un progetto a lungo respiro". Per i pentastellati invece si tratta di una approvazione "gravissima. Ci chiediamo come spiegheranno ai pugliesi che si chiudono ospedali in nome del contenimento della spesa, però si aumentano gli stipendi".
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