Bari

Mafia foggiana, impuniti 8 omicidi su 10. "Le imprese pagano il pizzo prima che i boss lo chiedano"

Il Csm tira le somme di un giro di audizioni dopo l'agguato nel Gargano costato la vita anche a due testimoni. "Spesso sono gli imprenditori ad anticipare le richieste estorsive da parte dei boss"
2 minuti di lettura
L'80 per cento dei 300 delitti di sangue che dagli anni Ottanta a oggi sono ascrivibili alla mafia del foggiano "sono ancora irrisolti", cioè senza un colpevole. Il dato allarmante è nella risoluzione della sesta commissione del Csm, il Consiglio superiore della magistratura, che tira le somme di un giro di audizioni di vertici degli uffici giudiziari, delle forze di polizia e dell'avvocatura effettuate in Puglia all'indomani dell'ultimo sanguinoso agguato nel Gargano e costato la vita anche a due testimoni.

Il quadro che emerge è preoccupante: si tratta di una mafia "feroce e profondamente radicata sul territorio, su cui esercita un vero e proprio controllo militare". Un radicamento che in alcuni contesti "è così forte da produrre una generalizzata omertà", che in alcuni casi diventa "connivenza" se non addirittura "consenso". Non è un caso che dal 2007 non ci sono più pentiti e che le denunce sono "pressoché inesistenti". Peraltro "i pochi cittadini che le presentano, quasi sempre ritrattano in sede processuale".

Gli imprenditori vittime di estorsioni negli ultimi anni sono passati addirittura a "un atteggiamento di volontaria sottomissione al fenomeno mafioso": spesso sono loro stessi a recarsi autonomamente dal mafioso per pagare il pizzo, "anticipandone in tal modo la richiesta". E lo fanno "non per lucrare vantaggi", ma nella consapevolezza che la loro attività e la loro stessa vita "non possono affrancarsi dalla protezione mafiosa".

La mafia foggiana, quella garganica e quella di Cerignola hanno in comune la capacità di coniugare tradizione e modernità: "La tradizione - si legge nel documento, che ha come relatori i consiglieri Ercole Aprile, Antonello Ardituro e Paola Balducci - è quella del 'familismo mafioso' tipico della 'ndrangheta e della ferocia spietata della camorra cutoliana. La modernità, invece, è la vocazione agli affari, la capacità di infiltrazione nel tessuto economico-sociale, la scelta strategica di colpire i centri nevralgici del sistema economico della provincia: l'agricoltura, l'edilizia e il turismo".

La riprova arriva dalle recenti inchieste che "hanno dato conto della capacità della mafia foggiana di infiltrarsi nella pubblica amministrazione". Magistratura (che pure deve fare i conti con una "forte percentuale di posti scoperti", fenomeno "da affrontare al più presto") e polizia "sono impegnate in una continua opera di prevenzione e contrasto delle attività criminose, che già portato all'accertamento delle responsabilità penali di numerosi esponenti dei clan".

Ma prima di tutto, avvertono i consiglieri del Csm, bisogna "rompere l'omertà" con l'azione sinergica di tutte le istituzioni. Serve "l'impegno di quanti ricoprono incarichi pubblici", che devono essere innanzitutto capaci di "espungere chi al loro interno si è dimostrato permeabile a influenze criminali". Nel documento si chiede di "assumere tutte le più utili e urgenti iniziative volte ad assicurare Palazzi di giustizia agli uffici giudiziari di Bari e di Foggia che siano adeguati alle esigenze di buon funzionamento del servizio, in condizioni di sicurezza e di logistica sufficienti a garantire l'efficienza e il decoro delle funzioni giudiziarie". E il il ministero della Giustizia ha reso noto che finanzierà l'avvio della progettazione del Polo giudiziario di Bari.