Bari

Ilva, Michele Emiliano rilancia sul ricorso: "Governo non ci ferma con le intimidazioni"

La dura presa di posizione dei ministri Calenda e Galletti non ha fermato il governatore della Puglia che insiste sul ricorso al Tar: "Rivolgersi a un giudice non è un atto irresponsabile"

1 minuti di lettura
Non si placa la battaglia sull'Ilva di Taranto. Comune e Regione non intendono fare passi indietro sul ricorso presentato al Tar contro l'ultimo decreto sul piano ambientale dopo che il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda ha minacciato di fermare le trattative e spegnere lo stabilimento. La polemica divampa sui social network.

"Rassicuro i miei cittadini che le intimidazioni non avranno alcuna influenza sulle nostre decisioni", ha scritto il governatore pugliese Michele Emiliano sulla sua pagina Facebook, aggiungendo "andremo avanti senza paura per chiedere la decarbonizzazione dell'Ilva e tutelare la salute di lavoratori e cittadini" e " per evitare che "Taranto debba morire per lavorare". "Da quando rivolgersi a un giudice per chiedere la tutela della salute dei propri cittadini è un atto irresponsabile?" ha commentato Emiliano.
 
Il ministro Calenda, dopo aver minacciato di chiudere lo stabilimento ha cercato di ricucire con gli enti locali, "ritirate il ricorso e venite al tavolo su Taranto" ha scritto su Twitter, "fate proposte ragionevoli e il governo vi supporterà. Il tweet è giunto in risposta a quello di poche ore prima del sindaco di Taranto Rinaldo Melucci che aveva cinguettato una frase in greco dal significato: "vittoria o morte, con lo scudo o sullo scudo", aggiungendo "il loro problema è che non sanno chi eravamo, sangue di Sparta e lo stanno risvegliando".

La risposta del ministro Calenda non si è fatta attendere, "Leonida queste non sono le Termopili e io non sono Serse. Ci sono in ballo posti di lavoro e investimenti per l'ambiente. Vi prego di non mettere a rischio l'Ilva".
 
Secondo il ministro non si tratta di un "provvedimento qualsiasi perché se accolto sospende la validità del decreto" e i commissari governativi "sono tenuti a spegnere l'Ilva. C'è un imprenditore disponibile a fare investimenti in una zona dove non si vedevano dagli anni Sessanta ma se si fa ostruzionismo l'investitore scappa". Anche il ministro per l'Ambiente Gian Luca Galletti ha criticato i ricorsi di Regione e Comune di Taranto, "è da irresponsabili, non c'è un piano B".

Accanto al governatore pugliese, invece, si è schierato il leader dei Verdi Angelo Bonelli, "ha ragione Emiliano, non si può prorogare il diritto alla salute". Tra i sindacati c'è paura che la trattativa sull'Ilva possa arenarsi. "Il piano industriale di ArcelorMittal è insufficiente ma la magistratura è solo l'ultimo estremo ricorso" sottolinea Aldo Pugliese segretario generale della Uil Puglia.
I commenti dei lettori