Bari

Mafia, Mimmo Strisciuglio assolto a Bari. Diciotto anni al fratello del boss: "Era lui il capo"

La moglie di Sigismondo Sstrisciuglio, Eugenia Prudente, unica donna imputata, è stata condannata a otto anni e otto mesi di reclusione per aver portato droga al marito in cella
1 minuti di lettura
Domenico Strisciuglio, soprannominato 'Mimmo la luna', in carcere da 17 anni al 41 bis, non sarebbe più a capo del clan barese che porta il suo nome. Al sul posto, in qualità di reggente dell'organizzazione mafiosa, ci sarebbe suo fratello Sigismondo Strisciuglio, anche lui detenuto da tempo ma in un regime meno restrittivo del carcere duro che gli avrebbe consentito di continuare a gestire gli affari del clan. Il gup barese Francesco Pellecchia ha assolto Mimmo dall'accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso "per non aver commesso il fatto" e ha invece condannato il fratello Sigismondo.

Mimmo Strisciuglio, difeso dall'avvocato Massimo Roberto Chiusolo, secondo la difesa non poteva più dare ordini dal carcere. La sentenza è stata emessa al termine del processo Agorà che si è celebrato con rito abbreviato nell'aula bunker di Bitonto (Bari) nei confronti di 49 presunti affiliati al clan accusati di mafia, traffico e spaccio di droga, detenzione di armi ed esplosivi, lesioni personali aggravate, estorsioni. I fatti contestati dalla pm della Direzione distrettuale antimafia (Dda) barese Patrizia Rautiis si riferiscono agli anni 2011-2015.

Il giudice ha condannato 41 imputati a pene comprese fra i 20 anni e i tre anni e quattro mesi di reclusione e ne ha assolti otto, fra i quali appunto il boss. Sigismondo Strisciuglio dovrà scontare una pena a 18 anni di reclusione. Sua moglie Eugenia Prudente, unica donna imputata, è stata condannata a otto anni e otto mesi di reclusione per aver portato droga al marito in cella. Tra gli episodi contestati c'è anche una estorsione a un cantiere edile di Carbonara.

Due presunti affiliati al clan - Michele Tesauro e un ultrà del Bari calcio, Silvano Scannicchio (condannati rispettivamente a vent'anni e a quattro anni di reclusione) - avrebbero imposto a un imprenditore nel settembre 2012 un contratto di guardiania da 1.500 euro al mese, minacciandolo di ritorsioni. Tesauro è stato ritenuto responsabile anche di mafia e droga, mentre Scannicchio da queste accuse è stato assolto. Stando alle indagini dei carabinieri, il clan gestiva soprattutto spaccio di droga nei quartieri baresi Libertà, Bari vecchia, San Girolamo, Carbonara, Santo Spirito e San Pio, ingaggiando in alcuni casi anche minorenni.