Bari

Ilva, l'allarme di Gentiloni: "Non possiamo far scappare gli investitori: in ballo bonifica e operai"

(ansa)
Il premier è intervenuto sullo scontro tra governo e Regione Puglia sul protocollo d'intesa sul siderurgico. "Noi siamo aperti al dialogo ma tutto possiamo fare tranne che far scappare gli investitori"
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 "Non posso credere ci sia un rischio per l'Ilva. Capisco e rispetto il punto di vista del presidente della Puglia, del sindaco di Taranto: lo interpreto come il tentativo legittimo di ottenere le condizioni migliori, ma qui parliamo di un investimento che da un lato salva 10 o 15mila posti di lavoro e dall'altro investe tantissimo per bonificare una delle zone più inquinate al mondo. Non credo che gli enti locali lavoreranno per far saltare l'investimento. Noi siamo aperti al dialogo ma tutto possiamo fare tranne che far scappare gli investitori". Lo ha detto il premier Paolo Gentiloni a Uno Mattina, per rispondere alle nuove polemiche arrivate dalla Puglia.

Il Governo, martedì 30 gennaio aveva bocciato la proposta di accordo di programma sul'Ilva formulata dalla regione Puglia e dal comune di Taranto. "C'è invece la disponibilità a firmare l'accordo di programma "con acune integrazioni sugli aspetti sanitari" in base al protocollo d'intesa proposto dal governo il 3 gennaio scorso". E' stata la valutazione dei ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente, della salute e della coesione territoriale che è stata comunicata oggi alla regione e al comune pugliesi.

Questa città è stata stuprata negli anni, non consentiremo l'ennesimo stupro", aveva tuonato il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, parlando del nuovo scontro con il governo. "Pazienza per il sistema paese, pazienza per l'investitore, per tutti quelli a cui poi tenteremo di dare una mano ricollocandoli nel sistema delle bonifiche e quant'altro, ma noi non svenderemo il nostro territorio e il nostro futuro - afferma - a dei soggetti che sono all'interno di una procedura nella quale il governo non si sta comportando da arbitro terzo. Penso che rielaboreremo la nostra istanza cautelare, arricchita adesso negli argomenti e non credo che mancheremo l'udienza fissata per il 6 marzo".

Secondo Melucci, inoltre, "nel clima di leale collaborazione istituzionale sarebbe stato utile incontrarsi e limare le differenze, questo non è avvenuto. E' stato mandato il testo prima ai tg nazionali da parte di un governo in sostanza uscente, quindi ormai con scarsa legittimazione politica".