Bari

Nardò, chiede colletta per il funerale del figlio ma il bambino è vivo: madre rischia denuncia

Il parroco era riuscito a raccogliere anche una somma per aiutare la famiglia oltre ad organizzare le esequie in chiesa. La scoperta al Comune dove il padre, ignaro dell'iniziativa della moglie, si è presentato con il figlio

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LECCE - La chiesa era addobbata per il funerale di un bimbo di sei anni: fiori bianchi e palloncini, con tanto di bimbi del catechismo pronti a cantare gli inni sacri per dare l'ultimo saluto a un piccolo concittadino, stroncato da un tumore al cervello. Il bimbo però, era vivo e vegeto e la sua morte uno stratagemma inventato dalla madre per cercare di raccogliere denaro dai parrocchiani, commossi dalla tragedia. Una truffa a dir poco macabra, andata in scena a Nardò e scoperta grazie a una banale coincidenza dai Servizi sociali del Comune.

È stata proprio l'assessora al ramo, Maria Grazia Sodero, qualche giorno fa ad accogliere un uomo tunisino con suo figlio di sei anni nell'orario di ufficio. Sentito il nome del cittadino, l'assessora lo ha subito ricollegato al racconto fatto da una dipendente, che l'aveva resa partecipe della tragedia capitata a una famiglia di Nardò, per la quale era stata avviata una colletta dalla parrocchia del Sacro Cuore di Gesù.

Li una donna di origini liguri, ma da tempo residente in Puglia con la famiglia, si era presentata disperata a don Giuseppe Casciaro, chiedendo aiuto economico per l'allestimento del funerale del figlio. Al prete aveva raccontato di una malattia, improvvisa quanto incurabile, e lui non aveva esitato a veicolare l'appello ai parrocchiani durante la messa della sera. In poche ore erano stati raccolti 700 euro, preparata la chiesa e allertati anche i bambini del coro, che avrebbero dovuto cantare al funerale. Poche ore prima delle esequie, però, il papà e il bimbo si sono presentati negli uffici dei Servizi sociali e la truffa è stata smascherata. L'uomo - stando ai primi accertamenti - ignorava di cosa fosse stata capace la moglie e, quando gli è stato raccontato, ha cominciato a inveire contro di lei.

"Ci siamo trovati di fronte a una storia strana - ha spiegato Maria Grazia Sodero - che sarebbe stata comica se non fosse stata così macabra. Da madre onestamente non mi spiego come quella donna abbia potuto assistere alla preparazione della chiesa per il finto funerale del figlio". Il Comune ha portato la questione all'attenzione dei carabinieri, ai quali il parroco dovrebbe però sporgere querela, considerato che il reato di truffa è stato solo tentato e non consumato e quindi non è procedibile d'ufficio.

Don Giuseppe, infatti, era riuscito a far leva sul buon cuore dei suoi parrocchiani e aveva ottenuto cospicue donazioni ma non aveva ancora consegnato i soldi alla donna. Della vicenda è stato anche informato il Tribunale dei minori di Lecce. Di fronte alle contestazioni delle autorità, la signora ha spiegato che la famiglie è in difficoltà economiche ma, stando alle prime verifiche dei Servizi sociali, si tratta di un nucleo che riceva comunque un sussidio minimo dal Comune e forme di aiuto anche dalla Caritas.