Bari

Notte della taranta, la carica dei 200mila a Melpignano: "Un messaggio di pace"

La Notte della taranta  
Un minuto di silenzio prima dell'inzio della manifestazione per le vittime di Genova e del parco del Pollino. Poi musica e danze per oltre 4 ore. Pubblico arrivato anche dall'estero
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È un messaggio grande, quello della taranta. Parte da un paesino del Salento e fa il giro del mondo, per parlare di rispetto e integrazione. La Notte della taranta ha portato a Melpignano circa 200mila persone, per il Concertone finale affidato quest'anno alla maestra concertatrice Andrea Mirò. "Si può raccontare l'attualità con ciò che è antico", mette in chiaro lei prima di salire sul palco.

È il suo messaggio, che la Notte della taranta, una delle manifestazioni folk più grandi d'Italia - e d'Europa - fa subito proprio: prima che la pizzica morda i tanti giunti davanti all'ex convento degli Agostiniani a Melpignano, è necessario un minuto di silenzio per le vittime del crollo del ponte Morandi a Genova e dell'esondazione del torrente Raganello sul parco del Pollino. Solo dopo la festa può cominciare.

Notte della Taranta, da Clementino a LP: "La nostra tradizione: frontiere aperte"

Per il ventunesimo anno la taranta non dà tregua: chiama a raccolta circa 200mila persone, secondo le stime della questura di Lecce, in un paesino che ne conta poco più di duemila, e si diverte a contaminarsi. I controlli ai varchi di ingresso sono ormai una consuetudine, la gente si mette in fila paziente, la sicurezza è massiccia ed è garantita anche da 15 telecamere che tengono costantemente sotto controllo la situazione.

E a chiusura dell'evento le criticità sono state poche: un uomo è stato arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti; ci sono stati 90 interventi degli operatori sanitari per assunzione di droghe e alcol; 83 persone sono state curate nella postazione medica allestita a Melpignano, mentre per altre sei è stato necessario il ricovero in ospedale.

Sul palco, intanto, piomba per la prima volta il rap di Clementino che si mescola a Palombella, la Cuba della violinista Yilian Canizares, l'India colorata dei Dhoad gypsies e delle loro danzatrici che fa perfettamente il paio con l'immenso impianto di luminarie firmato Mariano light e con il corpo di ballo diretto da Massimiliano Volpini.

Proprio il gruppo del Rajasthan rende plastico l'altro intento della serata, quello dell'integrazione. Affianca i salentini Après La Classe nel brano inedito Kalos irtate, che significa "benvenuto" in griko: "Qui tutti sono sempre i benvenuti - ricordano gli Après La Classe - basta guardare i nostri tratti somatici per capirlo. Il Salento era, è e sempre sarà una terra di mezzo".
Il pubblico dei pizzicati lo sa bene, si attiene alle regole del ragno che invita a esorcizzare le paure e cercare il riscatto: ci sono famiglie e bambini, comitive di ragazzi che bevono in compagnia e saltano al ritmo dei tamburelli, in molti vengono da fuori regione e dall'estero anche in treno e in bus per quello che più che a un grande concerto assomiglia a un rito collettivo.

La maestra concertatrice Mirò porta la storica e catartica canzone Fimmine a fare un giro nel rock, tiene perfettamente le fila della Notte per oltre quattro ore e le dà spesso una scarica di energia. Di rock c'è pure quello di LP, che al Salento presta la sua Lost on you, infarcisce di inglese Pizzicarella e riscopre le origini italiane: "Della pizzica amo il potere curativo - dice - come spesso accade nella musica, le sue canzoni si presentano molto più gioiose del significato che si portano dentro". Ad arricchire il ventaglio degli ospiti anche James Senese ed Enzo Gragnaniello - con Clementino una triade napoletana - e la compagine salentina di Frank Nemola e il poeta Mino De Santis, oltre all'immancabile Orchestra della Notte della taranta. A osservare tutto ci sono i tre ragazzi del Volo, fermi nel backstage. Chissà che l'anno prossimo non vengano irretiti pure loro, dalla taranta.