6 marzo 2018 - 12:00

Elezioni 2018, Sorte e Franco (Forza Italia): così abbiamo messo le basi per riprenderci la città

Il segretario provinciale fa il pieno di preferenze in Regione: premiata la territorialità, voglio portare a termine il mio mandato a Uniacque. L’ex assessore regionale, neo deputato: Gori asfaltato

di Maddalena Berbenni

Paolo Franco e Alessandro Sorte Paolo Franco e Alessandro Sorte
shadow

Alessandro Sorte inizia la telefonata con una battura: «A Palazzo Frizzoni è in corso il piano asfaltature». Tradotto: abbiamo schiacciato l’avversario Giorgio Gori. Il neo deputato azzurro e assessore regionale uscente è sicuro: «Con questo risultato abbiamo posto le basi, insieme alla Lega, per riconquistare Bergamo». Sia che Gori torni a fare il sindaco sia che decida di guidare l’opposizione in Regione: «Ormai la frittata è fatta — sottolinea Sorte —, nel momento in cui ha scelto di correre da governatore, ha dimostrato di essersi già stancato della sua città». Alta granitica convinzione sortiana: «Questo risultato è figlio del lavoro che abbiamo fatto. Camminando tra la gente si percepiva che c’era un grande gradimento». E pazienza se i dati delle Regionali si discostano di poco da quelli delle Politiche, con la Lega superstar ma Forza Italia non così brillante. Anzi, a livello nazionale, in calo dal 21,5% del Pdl nel 2013 al 14% oggi. «Siamo stati penalizzati nel centro Italia, mentre al Nord abbiamo tenuto di più», evidenzia il segretario provinciale Paolo Franco con la strada spianata in Regione. «Portiamo a Roma quattro onorevoli, mai capitato — argomenta Franco —, sul collegio di Romando di Lombardia (quello di Sorte, ndr) abbiamo superato il 14%, segno che la territorialità è stata premiata. Non solo in generale siamo in media col resto della regione, mentre in passato eravamo sempre sotto. Ma in quel caso abbiamo anche fatto meglio».

Quando risponde, per Franco ancora non è arrivata l’ufficialità dell’elezione in consiglio regionale. Mancano Bergamo, Treviglio, tutta l'Isola. Insomma, sezioni chiave. Presto per sbilanciarsi sul suo futuro, «anche se per me al momento la priorità è concludere il mandato da presidente di Uniacque (scade fra un anno e mezzo, ndr). Il ruolo da consigliere me lo permetterebbe». Difficile credere che non punti a qualcosa di più: «È prematuro parlarne». Intensa, la campagna elettorale: «Conosco migliaia di persone e in trenta giorni non sono riuscito a raggiungerle tutte. Ma credo che i 700 posti in Fiera abbiamo dato l’idea, soprattutto perché, a parte le prime due file riservate al partito, era tutta gente incontrata sul territorio Ho partecipato a 340 incontri dove si è fatta politica con la “P” maiuscola». Quanto a Gori: «La campagna elettorale di Fontana è durata un mese, la sua un anno e mezzo e i risultati sono lì da vendere. Non c’è stata storia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT