6 marzo 2018 - 14:56

Elezioni 2019, Gabriele Riva (Pd): «Gori penalizzato dal vento politico contrario»

Il segretario democratico: Giorgio ha messo grande passione nella campagna elettorale ma il risultato è mortificante in una proporzione che non ci si aspettava

di Pietro Tosca

Gabriele Riva, Jacopo Scandella (confermato in Regione), Alessandro Alfieri e Antonio Misiani (neo senatore) Gabriele Riva, Jacopo Scandella (confermato in Regione), Alessandro Alfieri e Antonio Misiani (neo senatore)
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«È stata una pesante sconfitta è inutile nasconderlo». Non cerca alibi Gabriele Riva, segretario provinciale del Pd. «Credo che sia il momento di fare un’analisi seria a partire dal dato che ci marginalizza, i cittadini hanno detto che dobbiamo stare all’opposizione». Il segretario dei Dem ne trae anche la sua conseguenza a livello di politica nazionale: «Non dobbiamo appoggiare governi — dice — che non ci competono, invece dobbiamo ripartire e non solo dal Pd ma dal centrosinistra perché in queste elezioni è mancata clamorosamente anche la coalizione». Un’analisi dura che per assurdo si confronta con un dato bergamasco non molto diverso rispetto al 2013: «Nel nostro territorio non è vero che il Pd sia andato così male — spiega — ma a livello nazionale abbiamo assistito agli exploit di Lega al Nord e M5S al Sud, una tenaglia che ha schiacciato il voto moderato. Per quanto riguarda il Carroccio è contato il tema forte dell’immigrazione, mentre per i grillini che hanno un voto più trasversale si deve osservare che se al Sud arrivano a percentuali incredibili di oltre il 50%. Qui non sfondano e si assestano tra il 10-15%».

Rispetto ad altri parti il Pd dovrà tener conto di una variabile in più: cosa vorrà fare Giorgio Gori. Il diretto interessato si è preso del tempo per decidere: «Quello che farà Gori lo deciderà lui — osserva Riva —. Ha messo grande passione ed entusiasmo nella campagna elettorale ma il risultato è mortificante in una proporzione che non ci si aspettava. L’energia e la capacità di Gori non sono state premiate rispetto a un vento politico che ha cristallizzato il risultato sulle rispettive appartenenze. Chiaro che la sua decisione influirà sulla nostra agenda come è chiaro che il mondo non è finito».

L’analisi della deputata uscente Elena Carnevali, sconfitta dall’uninominale per la Camera con Stefano Benigni e ripescata con i conteggi del proporzionale: «Ha fatto breccia una campagna di promesse illusorie — commenta —, condizionata da temi come quello dell’immigrazione e delle sicurezza, del “basta Fornero” e delle meno tasse per tutti». E ancora: «L’esito non è ambiguo — ammette Carnevali — e per il Pd si tratta di una sconfitta. Siamo stati travolti da un voto che si attesta tra la protesta, contro le forze di governo, contro i riformismi, e un desiderio di sperimentare le forze populiste».

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