24 marzo 2018 - 09:58

Regione, ipotesi Lara Magoni al Turismo grazie all’addio della Beccalossi

La spaccatura all’interno di Fratelli d’Italia favorisce l’ex sciatrice. Eletta anche a Palazzo Madama: la rinuncia non ancora ufficiale

di Andrea Senesi

Lara Magoni, 49 anni Lara Magoni, 49 anni
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L’assessore regionale Viviana Beccalossi sbatte la porta e se ne va da Fratelli d’Italia. All’origine dello strappo con «la comunità politica di una vita», il rapporto ormai deteriorato con la leader nazionale Giorgia Meloni. La lite risale ai tempi del referendum sull’autonomia, che divise brutalmente gli eredi di An. Da una parte la «romana» Meloni, dall’altra il gruppo regionale, in testa propria la bresciana Beccalossi, schieratissima con Maroni per il Sì all’autonomia lombarda. Ieri la durissima lettera d’addio: «Il partito sta imbarcando, da altre forze politiche, personaggi dalla moralità quanto meno sospetta».

Al Pirellone, l’assessore uscente all’Urbanistica (e madrina della legge regionale anti moschee) s’iscriverà ora al gruppo Misto, in attesa, chissà, di approdare tra i banchi della Lega o dei «civici» di Fontana. Secondo i parlamentari lombardi di FdI si tratta però di una scelta «inspiegabile». «A questo punto, a chi si erge a maestra di coerenza chiediamo di comportarsi come vorrebbe insegnarci e di dimettersi dal Consiglio, lasciando spazio agli altri candidati che hanno ottenuto risultati, anche in termini di preferenze, altrettanto brillanti». In FdI si profila intanto un’altra clamorosa sorpresa: Riccardo De Corato è destinato a entrare nella giunta di Attilio Fontana con in mano le deleghe alla Sicurezza. Con lui strapperebbe una poltrona da assessore anche l’ex sciatrice Lara Magoni, che dovrà però rinunciare al seggio appena conquistato in Senato per occuparsi di Turismo in Regione. Fontana ha annunciato ieri di voler chiudere la partita della squadra entro lunedì o al massimo martedì. Confermato l’orientamento di uno schema a 16 assessori con molte caselle di fatto già occupate. L’altra possibile novità di giornata potrebbe essere il rientro dalla porta principale del centrista Raffaele Cattaneo, che dovrebbe occuparsi della delicatissima questione dei trasporti (treni dei pendolari e autostrade da completare). In casa Lega è ancora caccia alle quote rosa. Sicura o quasi è per ora solo la pattuglia maschile degli assessori, con Stefano Bolognini destinato alla Casa e al Welfare, Pietro Foroni all’Ambiente, Fabio Rolfi all’Agricoltura, Davide Caparini al Bilancio, Massimo Sertori alla Montagna e Stefano Bruno Galli, in rappresentanza della lista Fontana, all’Autonomia.

In Forza Italia, confermate la vicepresidenza per Fabrizio Sala e la Sanità a Giulio Gallera, ad Alessandro Mattinzoli dovrebbe andare l’Urbanistica, mentre al Lavoro e Istruzione potrebbe finire Elena Centemero. Silvia Sardone rimarrebbe in giunta con una delega meno pesante, forse alle Pari opportunità. Accordo chiuso allora? Sulla carta sì, ma a Palazzo Lombardia hanno preso a circolare gli spifferi gelidi di una possibile crisi nazionale tra Lega e Forza Itala. La partita sulla presidenza delle Camere potrebbe creare turbolenza anche sui cieli di Lombardia. In ultimo, lo slittamento della proclamazione degli eletti: i verbali di una ventina di seggi milanesi sono ancora al vaglio dell’ufficio elettorale presso la Corte d’appello e la lista ufficiale degli ottanta consiglieri della decima legislatura arriverà solo a metà settimana.

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