22 febbraio 2018 - 11:36

CasaPound al P40 di piazza Pontida, politica da bar

Il locale massacrato sui social per la bandiera del gruppo di estrema destra. Ma i gestori non ne sapevano nulla

di Davide Ferrario

La bandiera appesa nel dehors locale La bandiera appesa nel dehors locale
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Negli Anni settanta, quand’ero giovane, c’erano i bar di sinistra e quelli di destra, definiti in base a chi li frequentava. Era la logica iperpoliticizzata di quei tempi: che, poi, sono cambiati per rovesciarsi nell’estremo opposto. I locali pubblici non hanno più connotazioni politiche (salvo rare eccezioni); anzi viene da domandarsi se possono essere ancora definiti «pubblici». La gente li frequenta spesso solo per isolarsi in una connessione wi-fi gratuita o per essere stordita da tv e impianti audio che sovrastano la conversazione. Ma il destino è beffardo, e ti aspetta al varco.

Il bar P40 di piazza Pontida fino a sabato scorso se ne stava tranquillo, perso nei suoi happy hour e spritz, fino a che un folto gruppo di aderenti a CasaPound ha pensato bene di andare a farsi l’aperitivo proprio lì. E per rimarcare la presa di possesso dello spazio, ha appeso una bandiera in bella vista sul dehors. Il gesto non era innocente: e così è stato interpretato da chi CasaPound la aborre. Di conseguenza, è partita una dura campagna di boicottaggio nei confronti del P40, definito un covo di fascisti. I gestori sono preoccupati: dichiarano di essere apolitici, confessano candidamente di aver appreso solo ora che il 4 marzo ci sono le elezioni.

La morale della storia? Tu puoi disinteressarti alla politica, ma la politica non si disinteressa a te. Mai. Val la pena ricordarselo, in questi tempi di disimpegno e astensionismo diffusi.

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