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L'abbraccio del Papa ai migranti: "Siete lottatori di speranza. Bologna non abbia paura"

Nell'hub indossa lo stesso braccialetto dei profughi: "Molti non vi conoscono e si sentono in diritto di giudicare". Al mondo del lavoro e della cooperazione: "I disoccupati non sono numeri". E loda il "sistema Emilia". Pranzo con poveri e detenuti, poi vede gli universitari: "Diritto allo studio sacrosanto. Ci servono parole non urla". Morandi canta in piazza Maggiore. In 40mila allo stadio

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BOLOGNA - "Siete lottatori di speranza. Qualcuno non è arrivato perché è stato inghiottito dal deserto o dal mare. Gli uomini non li ricordano, ma Dio conosce i loro nomi e li accoglie accanto a sé". Comincia con queste parole, pronunciate al centro di accoglienza per i migranti di via Mattei, la visita del Papa a Bologna, tra gli ospiti dell'hub in festa che gli danno il benvenuto urlando e chiamandolo per nome, le magliette con la scritta "Welcome" e i cartelli.

• IL RACCONTO Il disoccupato, la coppia gay, l'ateo: "Siamo qui per lui"

Tra le tante tappe di Francesco, l'Angelus in piazza Maggiore, dove ha incontrato il mondo del lavoro ("I disoccupati non sono numeri") e i familiari delle vittime delle stragi, tra cui Marina Orlandi, vedova di Marco Biagi. Poi il pranzo con i poveri in San Petronio. Code per la messa allo stadio, dove sono andate 40mila persone. Dal punto di vista della sicurezza, la situazione è stata costantemente monitorata in prefettura da un'unità di crisi. In mattinata Bergoglio ha parlato in piazza a Cesena, dove ha lanciato un monito alla politica contro la corruzione. • "BOLOGNA NON ABBIA PAURA"
Francesco ha lodato Bologna, "città da sempre nota per l'accoglienza, dove qualcuno ha trovato un fratello da aiutare o un figlio da far crescere. Come vorrei che queste esperienze si moltiplicassero, la città non abbia paura di donare i cinque pani e i due pesci. Tutti saranno saziati. Bologna è stata la prima città in Europa, 760 or sono, a liberare i servi della schiavitù. Erano 5.855, tantissimi, eppure non ebbe paura, vennero riscattati dal Comune, dalla città. Forse lo fecero anche per ragioni economiche, perché la libertà aiuta tutti e a tutti conviene. Non ebbero timore di accogliere quelli che allora erano considerate non persone e riconoscerli come essere umani. Scrissero in un libro i loro nomi, come vorrei succedesse anche con i vostri nomi", ha detto ai migranti che lo ascoltavano.   • L'INCONTRO CON I MIGRANTI E IL RINGRAZIAMENTO DEI VOLONTARI
All'hub di via Mattei, prima periferia della città, è una domenica di festa. Dopo la colazione gli ospiti si sono preparati con qualche cartello come "welcome Papa Francesco", e "ho già visto troppa guerra", mentre una ragazzina africana con le trecce gialle e nere sventola un orsacchiotto di peluche che sognava di dare al pontefice. Bergoglio riceve, come gesto simbolico, un braccialetto simile a quello fornito agli ospiti (video). "Molti non vi conoscono e hanno paura - ha detto nel suo discorso il Papa - questa li fa sentire in diritto di giudicare e di poterlo fare con durezza e freddezza credendo anche di vedere bene. Da lontano possiamo dire e pensare qualsiasi cosa, come facilmente accade quando si scrivono frasi terribili e insulti via internet. Oggi vedo solo tanta voglia di amicizia e di aiuto. Vorrei ringraziare le istituzioni e tutti i volontari per l'attenzione e l'impegno nel rendersi cura di quanti qui siete ospitati. Alcuni di voi sono minorenni: questi ragazzi e ragazze hanno un particolare bisogno di tenerezza e hanno diritto alla protezione, che preveda programmi di custodia temporanea o di affidamento".

Bologna accoglie Papa Francesco. Il videoracconto in piazza Maggiore

• "SIATE APERTI A CULTURA E LEGGI DELLA CITTA'"
Sul fenomeno dell'immigrazione, ha aggiunto: "Richiede visione e grande determinazione nella gestione, intelligenza e meccanismi chiari che non permettano distorsioni o sfruttamenti, ancora più inaccettabili perché fatti sui poveri. Credo davvero necessario che un numero maggiore di Paesi adottino programmi di sostegno privato e comunitario all'accoglienza e aprano corridoi umanitari per i rifugiati in situazioni più difficili. Vengo in mezzo a voi perché voglio portare nei miei i vostri occhi, nel mio il vostro cuore. Voglio portare con me i vostri volti che chiedono di essere ricordati, aiutati, direi "adottati", perché in fondo cercate qualcuno che scommetta su di voi, che vi dia fiducia, che vi aiuti a trovare quel futuro la cui speranza vi ha fatto arrivare fin qui". Poi una sorta di raccomandazione: " "Vi esorto ad essere aperti alla cultura di questa città, pronti a camminare sulla strada indicata dalle leggi di questo Paese".

Bergoglio a Bologna: foto e applausi al passaggio della papamobile

• "I DISOCCUPATI NON SONO NUMERI"
"La disoccupazione giovanile e i tanti che hanno perduto il lavoro e non riescono a reinserirsi sono realtà alle quali non possiamo abituarci, trattandole come se fossero solamente delle statistiche", ha detto il Papa in piazza Maggiore durante l'incontro con il mondo del lavoro e della cooperazione. Poco prima Gianni Morandi aveva cantato davanti a 5mila persone in festa. Per Bergoglio accoglienza e lotta alla povertà "passano in gran parte attraverso il lavoro" e non si aiutano i "poveri senza che possano trovare lavoro e dignità", "è la sfida appassionante, come negli anni della ricostruzione dopo la guerra, che tanta povertà aveva lasciato. Il recente 'Patto per il lavoro', che ha visto tutte le parti sociali, e anche la Chiesa, firmare un comune impegno per aiutarsi nella ricerca di risposte stabili, non di elemosine, è un metodo importante che auspico possa dare i frutti sperati". Per Bergoglio, "non bisogna piegare la solidarietà alla logica del profitto. Cercare una società più giusta non è un sogno del passato". 

• E LODA IL "SISTEMA EMILIA"
Bergoglo ha elogiato e benedetto il "sistema Emilia", inteso come un sistema che tiene insieme benessere e giustizia. "Solo il dialogo, nelle reciproche competenze può permettere di trovare risposte efficaci e innovative per tutti, anche sulla qualità del lavoro, in particolare l'indispensabile welfare". Senza dimenticare la cooperazione, che del "sistema Emilia" è l'esempio più evidente e che "ha ancora molto da offrire, anche per aiutare tanti che sono in difficoltà e hanno bisogno di quell'ascensore sociale che secondo alcuni sarebbe del tutto fuori uso". I rappresentanti di quel "modello", dopo l'Angelus, sono sfilati per salutarlo e molti di loro sono ex comunisti, come l'ex presidente della Regione Vasco Errani, il presidente di Unipol Pierluigi Stefanini e altri rappresentanti del mondo della cooperazione e del sindacato. • IL PRANZO CON I POVERI: "LA CHIESA VI VUOLE AL CENTRO"
Papa Francesco pranza insieme agli ultimi in San Petronio: "La Chiesa vi vuole al centro", dice il Pontefice prima di sedere a tavola con poveri, detenuti e migranti. "Cari fratelli e sorelle, che gioia vederci in tanti in questa casa! È proprio come la casa di nostra Madre, la casa della misericordia, la Chiesa che tutti accoglie, specialmente quanti hanno bisogno di un posto. Siete al centro di questa casa. La Chiesa vi vuole al centro". Il menu del pranzo è stato composto da lasagnette al ragù di manzo, cotoletta di tacchino con crema di parmigiano accompagnata da patate alla provenzale, centrotavola di uva e prugne settembrine e torta di riso. E' stato preparato da Camst e Felsinea Ristorazione, che hanno messo in campo 12 cuochi e 20 persone per il servizio. Sono state usate stoviglie totalmente biodegradabili. E' stato inoltre siglato un accordo con il Banco alimentare a cui verranno consegnate le eccedenze e i pasti non consumati per evitare lo spreco di cibo.
Il Papa incontra gli studenti in San Domenico (afp)
• AGLI STUDENTI: "SERVONO PAROLE PER LE MENTI, NON URLA"
Il Papa è stato accolto in piazza San Domenico dagli applausi. Poi si è fermato per una preghiera nella basilica, sulla tomba del santo. Dopo, il discorso del rettore e gli interrogativi posti dallo studente Davide Leardini: "Cos'ha voluto dire per lei cercare la verità? Che valore ha il nostro studio?". "Siate artigiani di speranza", ha detto il pontefice all'incontro con gli universitari dell'ateneo più antico del mondo - tremila studenti, professori e amministrativi dell'Alma Mater – papa Francesco si rivolge soprattutto ai giovani, consegnando loro tre diritti: alla cultura, alla speranza e alla pace. Bergoglio esorta al "sacrosanto diritto per tutti di accedere allo studio – in troppe zone del mondo tanti giovani ne sono privi – ma anche al fatto che il diritto alla cultura significa tutelare un sapere umano e umanizzante". Lo studio, ha aggiunto Francesco, "serve a porsi domande, a cercare il senso della vita", perché "il sapere che si mette al servizio del miglior offerente, che giunge ad alimentare divisioni e a giustificare sopraffazioni non è cultura”.

Bologna, il Papa agli studenti: "Non accontentatevi, sognate in grande"

E poi l'esortazione affinché "le aule delle università diventino cantieri di speranza", che è il diritto "a non essere sommersi dalle frasi fatte dei populismi e dal dilagare inquietante e redditizio di false notizie". Infine, il grido del papa contro la guerra. E in questo passaggio Bergoglio cita il cardinale Lercaro: "La chiesa non può essere neutrale contro il male". E dunque, l'invito agli universitari è a "schierarsi per la pace", a "sognare in grande". "Sogno anch'io, ma non solo mentre dormo", confessa. "Ci servono parole che raggiungano le menti, non urla dirette allo stomaco. Non accontentiamoci di assecondare l'audience".

La Madonna di San Luca allo stadio Dall'Ara per Papa Francesco

 
• "NON ESISTE UNA VITA CRISTIANA FATTA A TAVOLINO"
"Non esiste una vita cristiana fatta a tavolino, scientificamente costruita, dove basta adempiere qualche dettame per acquietarsi la coscienza". E' l'ammonizione del Papa per i cristiani, nella messa che celebra nello stadio Dall'Ara, ultimo appuntamento del viaggio a Cesena e Bologna. Papa Francesco ha anche consegnato ai fedeli "tre P": "di Parola (di Dio, ndr), di Pane (eucaristico), di Poveri".
Papa Francesco ha inoltre inviato a essere "peccatori in cammino" e non "peccatori seduti", "peccatori pentiti", non "peccatori ipocriti": "il Signore - ha ammonito - cerca puri di cuore, non i 'puri di fuori'". Nella omelia, anche la critica agli "intellettuali della religione", che "non sbagliavano in qualcosa ma nel modo di vivere e pensare davanti a Dio: a parole e con gli altri inflessibili custodi delle tradizioni", incapaci di comprendere che la vita secondo Dio è in cammino, e chiede l'umiltà di aprirsi, pentirsi, e ricominciare". Da qui la critica a "clericalismo, ipocrisia, distacco dalla gente, legalismo". 

Nel saluto di commiato al Papa, l'arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi ha ripreso il tema delle tre "P", tra l'altro affermando: "capiamo meglio le parole che il cardinale Lercaro voleva scritte sull'altare: "Se condividiamo il pane del cielo come non condivideremo quello terreno'" (già citate dal Papa, ndr). Tra i segni liturgici della messa, la distribuzione a tutti di una lampada, segno del cammino intrapreso con la Domenica della Parola. Sull'altare inoltre è stata portata l'icona della Madonna di San Luca, tanto cara ai bolognesi. Infine Zuppi ha raccontato che era stato previsto un momento di saluto per il cardinale Carlo Caffarra, suo predecessore sulla cattedra di Bologna, che però è morto prima di questa visita del Papa alla città. "Siamo certi - ha detto Zuppi - che prega dal cielo per la Chiesa tutta e in particolare per la sua Chiesa di Bologna, e noi un applauso glielo facciamo da quaggiù".