Bologna

Reddito di solidarietà, è tutto pronto in Emilia-Romagna: le istruzioni per l'uso

(fotogramma)
Ventimila le famiglie potenzialmente interessate alle misure contro la povertà
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I nuovi moduli sono stati stampati, volantini, poster e brochure sono pronti. Il reddito di solidarietà creato con la legge regionale 24/2016 non è più solo sulla carta: dal 18 settembre infatti tutti gli emiliano-romagnoli, tramite i servizi sociali possono fare domanda. Due i requisiti necessari: avere un reddito Isee inferiore a 3mila euro e la residenza in Regione da almeno due anni. Secondo le stime di viale Aldo Moro sono 20mila le famiglie potenzialmente interessate.

I numeri parlano chiaro. In Emilia-Romagna il tasso di povertà relativa è passato dal 2,2% del 2009 al 4,5% nel 2016, il che significa che - sempre secondo i calcoli degli uffici regionali -  circa 200mila persone hanno difficoltà a procurarsi beni e servizi ogni giorno. Sono invece oltre 65mila le famiglie (3,3% in Emilia-Romagna, 6% in Italia) al di sotto della soglia di povertà assoluta, ovvero che non hanno reddito sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali: perlopiù giovani, cioè sotto i 35 anni o tra i 35 e i 49 anni con minori a carico. A questo si somma il dato della emarginazione adulta che, secondo le stime dell’Istat rielaborate dall’Università di Modena, riguarda oltre 4.000 senza fissa dimora.  

Per finanziarlo la giunta ha stanziato 35 milioni l’anno, che si sommano ai 37 stanziati dallo Stato alla Regione per il Sia, il “Sostegno all’inclusione attiva”, strumento dagli obiettivi simili lanciato un anno fa. Il reddito di solidarietà, ed è questa la novità sostanziale di una misura che per molti versi replica quella nazionale, è che allarga la platea dei beneficiari. Mentre per accedere al Sia è richiesta la presenza all’interno del nucleo di un minore, di un figlio disabile o di una donna in stato di gravidanza, al reddito di solidarietà possono accedere anche nuclei mono-familiari, che in regione sono il 36,1%. Il contributo - erogato tramite prepagata - andrà da 80 a 400 euro al mese, a seconda dei componenti della famiglia.

Se ne potrà beneficiare al massimo per un anno, poi si potrà rifare domanda dopo sei mesi. Un aspetto importante è che per ottenerlo (e soprattutto per mantenerlo) sarà obbligatorio impegnarsi in un percorso di formazione e “attivazione sociale”, finalizzato ad un inserimento lavorativo. "Il Reddito di solidarietà può dirsi operativo e ne siamo particolarmente soddisfatti- sottolinea la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini - Sappiamo che non si tratta di traghettare una famiglia dalla povertà al benessere, ma abbiamo dato vita ad uno strumento che consente ai cittadini in grave difficoltà di affrontare i problemi più impellenti ed allontanare il rischio dell'esclusione sociale".

Per questo, precisa la vicepresidente, "è importante diffondere una giusta informazione sul senso e sulle modalità di accesso al contributo che non consiste in una semplice misura assistenziale, ma richiede anche l'accettazione e il coinvolgimento della famiglia in un progetto finalizzato alla riconquista, passo dopo passo, dell’autonomia".