Bologna

Bologna, arresto confermato per il fratello del killer di Marsiglia: verrà estradato

Il tunisino Anis Hannachi non si oppone al trasferimento in Francia. La ricostruzione degli inquirenti: nessuna base jihadista a Ferrara

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BOLOGNA La Corte di Appello di Bologna, all'esito dell'udienza di convalida del mandato di arresto europeo, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Anis Hannachi, fratello del killer di Marsiglia, come chiesto dal sostituto procuratore generale Gianluca Chiapponi. La misura è stata applicata da un giudice monocratico, poi è stata fissata per il 17 ottobre un'altra udienza davanti ad un collegio per decidere sulla consegna, ma avendo il tunisino già acconsentito, dovrebbe trattarsi per lo più di una formalità.

Come previsto, nell'udienza di convalida del mandato europeo non si è entrati nel merito delle accuse, ma Hannachi è stato informato che la Francia procede nei suoi confronti e dei reati che gli vengono contestati. In questa fase, appunto, ci si limita a valutare tra l'altro la correttezza dei titoli dello Stato che richiede l'arresto e che non si sia incorsi in errori di persona. A domanda, l'arrestato ha detto effettivamente di chiamarsi Anis Hannachi. Emesso il provvedimento, Hannachi è ora nel carcere di Ferrara.

• Sarà estradato
Anis Hannachi verrà estradato in Francia entro pochi giorni. Lo ha detto il procuratore antimafia e antiterrorismo Franco Roberti nel corso di una conferenza stampa sulle indagini che hanno portato all'arresto del fratello del killer di Marsiglia. "I tempi dell'estradizione - ha sottolineato Roberti - saranno molto ristretti, qualche giorno, non di più. La procedura con la Francia è già stata attivata". Il procuratore ha poi affermato che, al momento, Anis Hannachi non sta collaborando con gli investigatori e gli inquirenti.

• Non si oppone al trasferimento in Francia
Anis Hannachi avrebbe accettato il trasferimento in Francia, senza opporsi. E' quanto apprende l'Ansa, dopo l'udienza di convalida del mandato di arresto europeo per il fratello del killer di Marsiglia, davanti ai giudici della Corte di Appello e ad un magistrato della Procura generale di Bologna. In ambienti giudiziari il comportamento di un arrestato che non si oppone al trasferimento è considerato non comune. A questo punto la Corte emetterà un provvedimento; non è ancora chiara la tempistica della partenza del nordafricano per la Francia.
Anis Hannachi (ansa)
• La cattura
Il 4 ottobre la presenza in Liguria di Anis Hannachi, il fratello del killer di Marsiglia che fino a tre anni fa viveva ad Aprilia, è stata registrata dopo l'attivazione di una scheda telefonica italiana. E' quanto emerge da qualificate fonti investigative che indagano sulla presenza di Hannachi in Italia. L'uomo sarebbe stato solo di passaggio dopo avere superato il confine francese. Al momento non risulterebbero contatti con estremisti stanziati nel territorio ligure, ma le indagini devono ancora approfondire questo aspetto. Gli investigatori vogliono capire se l'uomo possa essere stato ospitato da qualcuno a Ventimiglia o a Genova prima di raggiungere Ferrara. Quando è stato fermato, il tunisino non aveva con sé documenti e agli uomini della Digos di Bologna e Ferrara ha dato un nome di fantasia e detto di essere algerino.

• Amico non indagato
La persona che ha ospitato Anis Hannachi a Ferrara non risulterebbe collegato in nessun modo a realtà estremiste islamiche. L'ospitalità sarebbe dovuta ad un semplice rapporto di amicizia tra i due che, coetanei, proverrebbero dalla stessa città d'origine, Biserta, Tunisia. L'amico che vive a Ferrara da tempo - hanno detto gli inquirenti nel corso della conferenza stampa - è integrato e, secondo i primi riscontri, era consapevole di trovarsi di fronte a un estremista ma probabilmente non sapeva che fosse ricercato: al momento non è indagato. Il ricercato è stato arrestato in via Bologna mentre, in bicicletta e in compagnia dell'amico, stava tornando verso l'appartamento. Hannachi aveva con sé solo uno zaino e al suo interno pochissimi effetti personali.
Al momento non si può dire con precisione da quanti giorni Anis Hannachi, fratello di Ahmed, l'omicida delle due ragazze francesi, si trovasse a Ferrara.
Forse tre o quattro giorni, hanno spiegato gli inquirenti. Il giovane potrebbe essere arrivato intorno mercoledì o giovedì della scorsa settimana. È stato ospitato da un amico connazionale che vive regolarmente a Ferrara e che è integrato con la città. Nell'appartamento in cui Anis Hannachi è stato ospitato vivono quattro o cinque ragazzi, tutti connazionali. Alcuni sono studenti.

• "Nessuna cellula a Ferrara"
Secondo quanto riferito dagli inquirenti durante la conferenza stampa ferrarese, allo stato attuale delle cose non è assolutamente possibile ipotizzare che ci sia una cellula o un'organizzazione jihadista a Ferrara. Anis Hannachi al momento dell'arresto, avvenuto intorno alle 22 di sabato sera, non ha opposto resistenza. In un primo momento il tunisino ha detto di essere libico, dichiarazione falsa che rilasciò anche al suo arrivo in Italia nel 2014 e per la quale venne espulso.
Al momento non sembra essere in contatto con altre persone in altre città italiane ma le indagini proseguono in regime di riservatezza.

• "L'Italia non è una base"
Non ci sono segnali che possano far ritenere l'Italia una "base logistica" dei terroristi che poi vanno a colpire in altre parti d'Europa né elementi che ricolleghino le loro storie. Lo ha sottolineato il direttore dell'Antiterrorismo Lamberto Giannini ricordando i vari casi di jihadisti passati per il nostro Paese, dall'autore della strage di Berlino Anis Amri alla mente degli attentati di Parigi Abdeslam Salah, dall'attentatore del London Bridge Youssef Zaghba fino a Ahmed Hannachi. "I casi di soggetti vicino al jihadismo e passati per l'Italia - ha spiegato - sono per adesso testimonianza di esperienze e di storie diverse tra loro: da parte nostra c'è la massima attenzione, le indagini proseguono serrate ma non esiste una matrice comune di condotte e di comportamenti tale da far pensare che in Italia ci sia una base per la preparazione di azioni". "Se si studiano bene i casi, ed è quello che noi abbiamo fatto - ha ribadito - si tratta di situazioni tutte diverse, di soggetti e storie differenti"