Bologna

Bologna, a fuoco lapide di partigiani, l'Anpi: "Grave atto fascista"

La lapide di via Andrea Costa rovinata dal fuoco e poi ripulita (foto Anpi Bologna) 
Bruciata la corona di fiori all'infermeria di via Andrea Costa. "Escalation di azioni violente"
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BOLOGNA - Nella notte fra il 10 e l'11 ottobre è stata incendiata la corona di fiori posta sotto la lapide di via Andrea Costa che ricorda i partigiani fucilati dopo la cattura all'interno dell'infermeria partigiana: ne danno notizia l'ANpi cittadino e la sezione Saragozza, che parlano apertamente di "grave attacco fascista". La lapide, che risulta danneggiata e mezza oscurata dagli effetti delle fiamme, ricorda i 14 partigiani che erano ricoverati nell'infermeria clandestina dell'allora via Duca d'Aosta (oggi via Andrea Costa 77) a seguito della battaglia di porta Lame, e che all'inizio di dicembre del 1944 furono catturati e poi torturati e fucilati. Il sindaco Virginio Merola ha fatto sapere in serata che la lapide è stata ripulita.

"Si tratta dell'ennesimo atto vandalico di matrice fascista - denuncia l'Anpi - che offende Bologna città medaglia d'oro della Resistenza e che si inscrive in una vera e propria escalation di manifestazioni, attività pseudoculturali, raduni, azioni violente e atti di apologia e propaganda del fascismo, che sta attraversando non solo la nostra città e la nostra regione, ma l'intero paese, e che in più località ha portato alla partecipazione alle elezioni di liste dichiaratamente fasciste. Tutto ciò è in aperto contrasto con quanto è scritto nella Costituzione e con le leggi vigenti".

Anche quello avvenuto in via Andrea Costa è un episodio che secondo l'Associazione dei partigiani non va sottovalutato: "La situazione è grave e desta profonda preoccupazione. Le associazioni partigiane e antifasciste, le istituzioni, i sindacati, i partiti politici, il mondo dell'associazionismo e tutti i cittadini che si riconoscono nei valori dell'antifascismo e della democrazia espressi dalla Costituzione della Repubblica non possono restare inerti e devono opporre al vecchio e al nuovo fascismo una ferma condanna, un'attenta vigilanza, la diffusione della conoscenza e un'azione che risvegli la coscienza antifascista perché i valori dell'antifascismo, della Resistenza e della democrazia siano un sentire diffuso e condiviso, tale da costituire un argine solido contro ogni rigurgito fascista".

·"AZIONE INDEGNA", "BARBARO VANDALISMO"
"Un'azione indegna", quella dell'altra notte per il governatore dell'Emilia-Romagna Stefano Bonaccini. "La Resistenza al nazifascismo e la lotta per la Liberazione sono alla base della nostra democrazia e dell'Italia repubblicana, una verità che non può essere messa in discussione, tanto più colpendo simboli come la lapide in via Andrea Costa". La presidente dell'Assemblea legislativa dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, si unisce alla condanna di quanto avvenuto in via Andrea Costa, parlando di "barbaro vandalismo" ed esprimendo vicinanza all'Anpi e agli antifascisti.
Per il senatore dem Sergio Lo Giudice l'episodio di via Andrea Costa "è un tassello di una strategia, per quanto sconnessa e scellerata, di riaffermazione dell'identità e dei disvalori fascisti. La comunità bolognese faccia proprio il grido dell'Anpi". Per il deputato del Pd Andrea De Maria si tratta di "rigurgiti fascisti che vanno contrastati con decisione da parte di tutte le forze politiche democratiche".
"Un atto vergognoso da respingere con fermezza e senza esitazioni" per l'eurodeputata bolognese di Possibile Elly Schlein. In coro si scagliano contro il "grave atto" anche Sinistra italiana, Coalizione civica, Mdp, Libertà e Giustizia, Prc e Pci, Possibile, il Comitato per la democrazia costituzionale, e l'Arci di Bologna chiedendo "di fermare con tutti i mezzi democratici il fascismo che nelle sue manifestazioni è puro incitamento all'intolleranza, al razzismo e all'odio". In un post su Facebook Coalizione civica parla di "inquietanti presenze in città che continuano a prendersi spazi".