Bologna

Pd Bologna, 70 ultracentenari al voto

Le anomalie nelle liste dei tesserati: iscritto anche un 117enne. Da oggi si inizia a eleggere il segretario provinciale. Sfida Critelli-Rizzo Nervo

2 minuti di lettura
 BOLOGNA Se si dovesse stare all’anagrafe degli iscritti Pd, nei prossimi giorni in uno dei seggi del congresso provinciale potrebbe presentarsi il signor Paolo. Legittimamente potrebbe chiedere di votare in quanto tesserato. Nulla di strano, se non il fatto che il signor Paolo ha 117 anni. Almeno secondo le liste elettorali interne al Partito democratico: è nato infatti nel 1900. Da via Rivani fanno sapere che si tratta di un problema del sistema che quando non trova date di nascita in automatico assegna il 1900. Risolti i 4-5 casi limite i centenari democratici sono molti di più. Quelli nati prima del 1920 sono almeno 70. Come il signor Enrico classe 1915, quindi 102 anni suonati. Oppure come le signore Vittoria, Wanda e Eliana che di anni ne hanno rispettivamente 101, 99 e 100.
 
Che qualche errore di trascrizione ci possa essere non è affatto un’ipotesi da scartare, tantopiù in una situazione di confusione come quella che si è generata attorno al tesseramento. E tuttavia 70 casi di ultracentenari sono quantomeno singolari. Certo il signor Guido, che di anni ne ha 97, potrebbe indignarsi e rivendicare il proprio diritto a fare politica finché gli pare e potrebbe persino inalberarsi contro la prassi della rottamazione ed è per questo che tutti lo aspettano ammirati al seggio. Comunque sia, il club della seconda giovinezza è corposo e alza di molto, l’età media degli iscritti al Pd di Matteo Renzi. I militanti d’altri tempi, sono dunque tanti e sono presenti in ogni sezione: da Pianoro a Borgo Reno; da Porto saragozza a Castel Maggiore passando per Molinella, Bentivoglio e Casalecchio del Reno.
 
 La carica dei centenari arriva a poche ore dall’apertura del voto che già da stamattina sarà avviato nei primi circoli. Un voto avvelenato da mille polemiche e da accuse incrociate proprio sul tema del tesseramento o ad esso più o meno direttamente collegate.
 
 In questo senso ieri uno dei candidati alla segreteria, Luca Rizzo Nervo, ha sfidato i concorrenti a sottoscrivere un codice etico per salvaguardare il Pd e la polirtica da possibili infiltrazioni mafiose: «Mi impegno e chiedo agli altri candidati, agli eletti ed amministratori e ai dirigenti apicali del Pd un impegno di trasparenza in tal senso, aderendo ad un codice etico apposito. Uno strumento utile e opportuno per proteggere ad esempio la politica nei momenti più delicati quali raccolte fondi, preferenze e svolgimento di compiti amministrativi ». Sui problemi del tesseramento la parlamentare bolognese Donata Lenzi ammette che «ci sono e vanno risolti prima che si entri nel vivo del congresso la settimana prossima». La deputata spera «che si vada a votare avendo chiarito almeno le situazioni più gravi ». Da qui per dire che comunque «una cosa fondamentale da chiarire è che il segretario provinciale, chiunque sia, avrà il problema di ridare certezza a tutte le parti».
 
 In difesa di Rizzo Nervo si schiera la senatrice Francesca Puglisi che ricorda come l’ex assessore comunale abbia cercato «il confronto sui contenuti, al netto del tempo impiegato per difendersi da biechi attacchi personali ». Alla vigilia del voto congressuale — affonda la sentrice — «proprio per il rispetto che abbiamo per iscritti ed elettori del Pd credo che sia necessario approfondire le anomalie rilevate nel tesseramento a cui non ha dato risposta la commissione di garanzia provinciale». Quindi, per rispondere ai parlamentari Andrea De Maria e Gianluca Beneamati secondo i quali è tempo che a parlare siano le urne, afferma: «Il problema del tesseramento dovrebbe stare cuore a loro a a tutti i candidati».