Bologna

L'ex ministra Kyenge e le fake news: "Hanno scritto perfino che i miei avi erano cannibali"

L'ex ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge 
Hanno detto che odio i mercati di Natale ("Non è vero, sono pure cattolica") o che guadagna 15mila euro al mese. Tutte notizie false: "Potenzialmente siamo tutti vittime"
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E’ quasi Natale e puntuale è rispuntata la bufala che l’ex ministro Cécile Kyenge ha già smentito in tutte le salse. Di tutte, forse quella che la fa più arrabbiare: "Non è vero che odio i mercatini di Natale, ma perché mai dovrei? Tra l’altro sono pure cattolica". Scrivono che vuole abolire le feste religiose, che ha una figlia che lavora al ministero dell’Integrazione (che non esiste più) e riceve uno stipendio di 15mila euro al mese. Tutto falso.

Kyenge, perché se la prendono con lei?
"E’ cominciato quando sono stata nominata ministro dell’integrazione: era la prima volta che c’era una persona nera nel governo, quella rottura ha creato delle conseguenze, sono mancati gli strumenti per interpretarle. E’ passata l’idea che l’integrazione fosse un mio progetto personale, invece che una necessità. Da poco è tornata anche quella sull’eccidio di Kindu…".

Di che si tratta?
"In Congo, durante una missione umanitaria furono uccisi tredici aviatori italiani negli anni sessanta. Si alluse al cannibalismo, ma fu poi provato che quelle persone furono sepolte in delle fosse comuni. Siti come VoxNews hanno ripescato quei fatti, suggerendo che un mio parente facesse parte del gruppo che li assassinò, ma la mia famiglia non c’entra niente. E poi c’è la bufala sul fatto che io sarei contraria alle feste religiose a scuola: quella è costruita benissimo, lì c’è anche un mio finto tweet".

Cosa si può fare per combattere le fake news?
"Io ho cominciato a denunciare. Inoltre faccio dei video, per provare a spiegare ai tanti che vogliono capire. Al Parlamento europeo abbiamo creato un gruppo ad hoc, stiamo aspettando che la Commissione avanzi una proposta. In Italia esiste un progetto di legge sulle fake news, anche il Pd sta spingendo molto. Io penso che sia necessario responsabilizzare i gestori dei social affinché utilizzino gli strumenti che già esistono per rimuovere certi contenuti, ma che sia anche necessario pure lavorare dal punto di vista etico e culturale. Il problema è complesso: bisogna stare attenti a non violare la libertà di espressione. Però una notizia falsa è una notizia falsa".

Capita che qualche suo conoscente ci caschi?
"Qualcuno mi scrive: ma davvero l’hai detto? Altri per fortuna smentiscono per me. Ma la vera vittima non sono io, lo siamo tutti, potenzialmente".