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Bologna, il sindaco interrompe i versamenti al Pd. Il partito: "Le regole valgono per tutti, ora ci spieghi"

Il sindaco Merola e il segretario del Pd Critelli 
Merola non pagherà la quota mensile: "Ho pagato per il caso Lombardelli, devo rivedere le mie spese private ma salderò tutto"
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"Non c'è nessun motivo politico, ma motivi privati che non vi dico". Economici? "Sì". Sono le parole che il sindaco di Bologna Virginio Merola ha detto ai cronisti che gli chiedevano conto della sua decisione di sospendere il versamento mensile di contribuiti al Partito Democratico. Una notizia, naturalmente, si presta a diverse interpretazioni, a partire appunto da un possibile allontanamento dal partito. Che Merola però smentisce. Infine  in serata le parole definitive sulla vicenda: "Devo rivedere le mie spese private" dopo aver pagato di tasca sua per il caso Lombardelli, l'ex capo di gabinetto del Comune.

• "VERSO TUTTO ENTRO IL MANDATO"
Del resto il sindaco assicura che resterà iscritto al Pd. "Sono e resterò iscritto al Pd e concluderò il mio mandato di sindaco alla scadenza naturale del 2021. Ho informato il segretario Francesco Critelli della disdetta del versamento mensile al partito e gli ho anche comunicato che manterrò l'impegno di versare la cifra corrispondente entro il mandato", è il messaggio pubblicato dal primo cittadino sulla propria pagina Facebook.

• IL PD: "LE REGOLE VALGONO PER TUTTI"
"Il versamento del dieci per cento dell'indennità netta mensile, da parte degli amministratori del Partito Democratico, rappresenta un obbligo sottoscritto al momento della candidatura, da ciascun componente della nostra comunità politica. Sono cifre che ci consentono di sviluppare iniziativa politica sul territorio, di aiutare i circoli in difficoltà e mantenere un presidio organizzato - scrive in una nota Gianni Grazia, tesoriere Pd - il sindaco ha informato il Pd della sua decisione successivamente alla comunicazione inviata agli uffici competenti del Comune, giustificandola con motivi personali che, in quanto tali, vanno senz'altro rispettati. Proprio perché i motivi sono personali e non politici, sono sicuro che il sindaco vorrà concordare nelle sedi deputate le modalità e i tempi di restituzione futura delle cifre dovute, a garanzia del rispetto delle regole comuni che sono tali in un partito politico e che valgono indistintamente per tutti i nostri amministratori ad ogni livello".

• "DEVO RIVEDERE LE MIE SPESE PRIVATE"
Ma c'è la condanna per la nomina di Marco Lombardelli a capo di gabinetto, nello scorso mandato, dietro la scelta di Merola. Questa la spiegazione fornita dallo stesso Merola: la decisione di sospendere i versamenti deriva dalla necessità di "rivedere le mie spese private" dopo aver pagato, in un'unica soluzione, la condanna pecuniaria. "Come è noto, la Corte dei conti mi ha condannato per la nomina di Lombardelli a capo di gabinetto. Una condanna pecuniaria che ho appena pagato di tasca mia in un'unica soluzione. Prendo atto delle affermazioni successive del tesoriere" Gianni Grazia "e lo rassicuro che mi atterrò alle sue richieste"

• IL CASO LOMBARDELLI
La condanna per il caso Lombardelli è diventata definitiva la scorsa estate, quando la terza sezione centrale d'appello della Corte dei conti ha confermato la sentenza emessa nel novembre del 2014 dalla corte regionale dell'Emilia-Romagna, che aveva stabilito un esborso di 30.000 euro: il 60% in capo a Merola e il 10% in capo ai dieci assessori di allora, il resto a carico di due dirigenti. All'origine della condanna, la presentazione di un esposto che segnalava come Lombardelli fosse stato nominato capo di gabinetto non avendo la laurea.