Bologna

L’onda nera lungo la via Emilia: 360 episodi di violenza in un anno

Svastiche sui monumenti dei partigiani, minacce agli antifascisti sedi dei partiti di sinistra vandalizzate, così i nostalgici si riorganizzano
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A ottobre i danneggiamenti seriali alle lapidi partigiane. A novembre il saluto romano esibito sul campo da calcio di Marzabotto. A dicembre, in un’escalation di tensione, i manifesti comparsi davanti al liceo Galvani. E questo solo per citare alcuni dei casi più noti, e limitandosi al bolognese.

Perché, se si allarga la visuale a livello regionale e si prende in considerazione tutto il 2017, allora la sequenza di episodi legati all’estrema destra diventa davvero impressionante. Da gennaio a dicembre si contano oltre trecentosessanta tra blitz, presidi ed iniziative estemporanee. Ed è una stima al ribasso, visto che buona parte delle azioni non finisce neanche agli onori delle cronache.
In pratica, non è passato giorno senza che una delle tante sigle dell’ultradestra nostrana, o anche solo qualche camerata isolato, non si facesse sentire.
 
Dalle “passeggiate della sicurezza” di Forza Nuova a quelle “contro il degrado” di Casapound, passando per le minacce tracciate in centro a Bologna e al ferimento di un sindacalista a Forlì. Una sequenza interminabile di episodi — una settantina solo quelli registrati in provincia di Bologna — che ha inevitabilmente riportato l’estrema destra al centro del dibattito.
Partiamo proprio dai partigiani. Da maggio a ottobre ignoti hanno dato fuoco tra le altre alle ghirlande del Dall’Ara, di via Costa e via Bentivogli, oltre ad incidere svastiche sul monumento dedicato alla brigata Maiella. In qualche caso si è arrivati anche alle minacce, tracciate sempre sui muri di Bologna (contro il parlamentare Pd Emanuele Fiano) o denunciate da attivisti della comunità lgbt e dai militanti della rete antifascista. Forza Nuova e Casapound, in ogni caso, si confermano le sigle più attive in regione.