Bologna

Rimborsi M5s, Sassi: "Avevo un debito con Equitalia"

L'ormai ex grillino eletto in Regione Emilia-Romagna: "La mia una scelta sbagliata". I consiglieri del M5s ribadiscono: "Si deve dimettere"
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BOLOGNA - Ammette l'errore, lo spiega, si dice "pronto ad affrontare le conseguenze delle mie scelte". Ma non parla di dimissioni dal Consiglio regionale Gianluca Sassi, l'ormai ex eletto M5s in viale Aldo Moro finito nell'elenco dei pentastellati morosi per quanto riguarda le restituzioni di parte dello stipendio secondo le regole stabilite dallo stesso Movimento. Aveva dichiarato di aver restituito 80mila euro, in realtà erano solo 23mila. Dopo la sua espulsione sono stati tanti - simpatizzanti e altri eletti M5s, come Marco Piazza che siede a Palazzo d'Accursio - a chiedergli di dimettersi da consigliere. Oggi lo fa anche il suo ex gruppo consiliare in Regione con toni perentori.

Sassi spiega quei mancati rimborsi con un "debito importante" con Equitalia. "Il problema" è nato quando il suo stipendio, "almeno quello sulla carta, è aumentato per via della mia elezione in Regione. Equitalia - ha scritto il consigliere - è intervenuta prima bloccando tutto e poi, dopo vari chiarimenti e lo sblocco dell'erogazione, esigendo però che ne venisse pignorata una parte". Dopo un periodo in cui "con non poche difficoltà" ha cercato di far quadrare i conti "le cose si sono complicate sempre di più" e con "una decisione dolorosa" ha deciso di non restituire quanto dichiarato. "Oggi - ha detto Sassi - va da sé che si è trattata di una scelta sbagliata".

"In quella situazione - ammette - non vedevo altre alternative visto la mia grande preoccupazione era quella di non far subire alla mia famiglia una situazione non prevista e non esistente prima della mia elezione, e che l'avrebbe certamente messa in crisi". Quanto alla critica ricevuta di non aver dichiarato questo prima dell'espulsione, "beh, ripensandoci oggi, con il 'senno di poi', forse quella sarebbe potuta essere una possibile via d'uscita se Equitalia mi avesse dato la possibilità di un rientro alternativo, e se il MoVimento prevedesse deroghe o scenari per questo tipo di situazioni: ma non è così. E' anche parte della intransigenza che lo caratterizza e che viene largamente apprezzata. Oltre al fatto che in quei momenti tutto sembra terribilmente complicato e senza vie d'uscita". Sassi precisa però di non aver "rubato un euro, non ho sottratto nulla a nessuno".

Ma dai consiglieri del Movimento 5 stelle arriva una ferma richiesta di dimissioni. "l lavoro di Sassi in questi anni all'interno del nostro gruppo, e in Assemblea Legislativa, non è messo in dubbio. Sassi però, con il suo comportamento riguardo al tema delle restituzioni, ha violato le regole del MoVimento 5 Stelle. Per questo, una volta accertate le sue responsabilità, è stato espulso. E per lo stesso motivo anche noi gli chiediamo di dimettersi dal ruolo di consigliere regionale", scrive in una nota il suo ex gruppo di viale Aldo Moro.

"Anche se alla base del suo comportamento possono esserci state gravi ragioni di carattere personale", insistono, "è nostro dovere ribadirgli l'invito a lasciare al più presto il suo posto in Assemblea Legislativa. Le nostre regole sono chiare. Noi non siamo come gli altri partiti".