Bologna

Ferrara, militante comunista cita Toni Negri e Facebook le chiude il profilo

L'algoritmo ha scambiato il cognome del professore con un insulto e ha bloccato la dirigente di Rifondazione

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Compagni, occhio a citare Toni Negri sui social, è un attimo che si passa per razzisti! No, non si tratta di una battuta di dubbio gusto, ma della bizzarria politically correct dell’algoritmo di Facebook. Il social network di Zuckerberg, infatti, è capace di confondere il cognome del noto attivista e filosofo padovano - noto per essere stato additato come uno dei “cattivi maestri” della sinistra extraparlamentare degli anni ’60 e ’70 – con un insulto intollerante. E reagisce malamente, bloccando il profilo dell’incauto utente, come accaduto nei giorni scorsi alla ferrarese Elisa Corridoni, dirigente nazionale di Rifondazione Comunista. La sua colpa? Aver citato in un post, e per ben due volte, il cognome di «negri», sempre con la lettera minuscola. La piattaforma deve evidentemente averla scambiata per una seminatrice d’odio xenofobo, e l’ha bloccata per 24 ore.

«Il contenuto – si legge nell’avviso recapitato da Facebook – potrebbe non rispettare i nostri standard della community. Rimuoviamo i post che attaccano le persone in base a razza, etnia, nazionalità, religione di appartenenza, orientamento sessuale, genere o disabilità». Il colmo è che Corridoni è una storica attivista di Rifondazione Comunista, tanto da essere uno dei membri della segreteria nazionale del partito: insomma, quanto di più distante possibile da qualsivoglia idea xenofoba o discriminatoria. «Sembra una barzelletta ma la realtà supera la fantasia – il suo commento, riportato da La Nuova Ferrara - Per noi che siamo un partito piccolo e senza risorse non avere accesso a Facebook, che poi è anche il mio lavoro, ed è imbarazzante assistere a questa escalation di errori da parte di questo social. Ci auguriamo che facciano al più presto chiarezza e che elaborino una strategia più efficace per censurare davvero i contenuti razzisti e xenofobi e non colpire invece chi lotta contro le discriminazioni».

Il caso, che ricorda da vicino l’analogo blocco del profilo del candidato di Sinistra Rivoluzionaria Mauro Vanetti (colpevole di aver ricordato la figura della poetessa Ada Negri) si è chiuso con le scuse di Facebook. «Un membro del nostro team ha accidentalmente rimosso un contenuto che hai pubblicato».