Bologna

Rimini, donna prigioniera in casa per otto anni. Carabinieri allertati da una mail dal Marocco

A scriverla l'anziano padre. La 35enne sorvegliata da tre telecamere a circuito chiuso: provvedimento contro il marito

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RIMINI - Botte pressoché quotidiane e otto lunghissimi anni di segregazione in casa, dalla quale non poteva sfuggire eprché a sorvegliarla c'erano tre telecamere a circuito chiuso. Sembra la trama di un thriller, è stata invece la vita vissuta da una donna di 35 anni di origini marocchine, secondo quanto ricostruito dai carabinieri. Il marito, un connazionale di 51 anni con cittadinanza italiana, ora è solo indagato a piede libero per maltrattamenti e deve stare lontano almeno un chilometro dalla donna e dai figli, ma se dovesse disattendere la prescrizione del giudice ed avvicinare la moglie potrebbe essere arrestato.   

A far scattare le indagini una mail arrivata dal Marocco: a scriverla l'anziano padre della donna. Una donna che in otto anni è riuscita solo una volta a tornare dalla sua famiglia, e per otto anni - senza permesso di soggiorno - non è mai potuta uscire, nemmeno per andare a fare la spesa. Non ha potuto imparare l'italiano e nemmeno studiare la sua lingua d'origine, l'arabo. 

La donna è stata liberata dalla sua condizione grazie all'intervento dei militari di Santarcangelo che qualche mese fa hanno bussato alla sua porta, dopo aver ricevuto la mail dell'anziano padre. Chiedendo di poter controllare i documenti per il permesso di soggiorno della 35enne, risultato scaduto da tempo, i carabinieri hanno iniziato una delicata indagine. La donna è riuscita, grazie a un interprete incaricato dalla Procura, a raccontare anni di soprusi durante i quali i contatti con la famiglia di origine erano sempre controllati dal marito, che lei ha descritto non come un musulmano praticamente ma soggiogato dalla superstizione.