Bologna

Pd, le donne di Towanda non arretrano: "Un'associazione, e forse una candidata alla segreteria"

In Emilia-Romagna, terra da cui proviene la maggior parte delle deluse dalla scarsa rappresentanza femminile in casa dem, si rilancia la polemica: "Non siamo una corrente, ricostruiremo il partito con la nostra dignità". Il 12 maggio incontro nazionale a Roma

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BOLOGNA - Le centinaia di donne Pd di "Towanda" non abbassano la guardia. Dopo aver denunciato l'esiguità della rappresentanza femminile nel partito e nella nuova composizione del gruppo dem in Parlamento pensano ora ad una associazione che includa anche le donne non iscritte al partito, e forse una candidata alla segreteria del partito. E' dall'Emilia-Romagna, terra da cui proviene la maggior parte delle firmatarie del testo di denuncia dei giorni scorsi, che la protesta viene mantenuta viva e accesa.

Se ci si prepara all'incontro nazionale a Roma del 12 maggio - un appuntamento aperto anche a esponenti di altri partiti - nella sede bolognese del Pd, in via Rivani, è stato tenuto un incontro-fiume con una cinquantina le partecipanti, tra cui diverse big locali del partito. C'erano tra le altre, riporta l'agenzia Dire, Francesca Puglisi, Roberta Mori, Federica Mazzoni, Simona Lembi, Emma Petitti, Marilena Fabbri, Carmen Motta e Manuela Ghizzoni. Presente anche un uomo: l'ex parlamentare Maino Marchi, che aveva firmato il documento di Towanda.

"Da questo momento in poi non faremo più sconti, siamo pronti a ricostruire il nostro partito ma con la nostra dignità e la nostra identità. Se siamo una nuova corrente? Assolutamente no, siamo un movimento trasversale", assicura la coordinatrice della conferenza delle donne Pd in Emilia-Romagna Lucia Bongarzone. Ora, tra le proposte al vaglio, c'è quella di "formare un'associazione nazionale che ci metta in rete tutte, perché no, anche con donne di altri partiti che possano ricostruire con noi il centrosinistra".

E' la ex senatrice Puglisi a volgere lo sguardo verso una futura segretaria. "Nel Pd ci sono tantissime donne che hanno la capacità di poter fare la segretaria nazionale. Nomi? C'è la commissaria europea Federica Mogherini, abbiamo Roberta Pinotti, la prima ministra della Difesa donna, si è parlato di Debora Serracchiani". Puglisi però chiarisce: "Non siamo ovviamente votate al massacro ma facciamo politica, quindi è una scelta che faremo insieme alle donne e agli uomini del partito, perché non basta il voto delle donne per eleggere un segretario nazionale". "Si riparte dall'Emilia-Romagna- sottolinea invece Mori- questo è un movimento che ha gia' avuto un grande riscontro sul piano nazionale. O si riparte dalle donne e dalla loro centralità o sarà manchevole sia la democrazia paritaria italiana sia quella interna al partito".