Bologna

La prima Pastasciutta antifascista nel cortile del Comune di Bologna. "Questi sono i nostri valori"

(eikon)
Oltre duecento persone per festeggiare l'anniversario della deposizione del duce. "La ripeteremo"
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BOLOGNA - "Roberto, ho detto che ripeteremo la Pastasciutta ogni anno. Ora non tirarti indietro". L'assessore Alberto Aitini lancia l'amo, Morgantini lo raccoglie con un sorriso: la prima Pastasciutta antifascista ospitata nel cortile del Comune di Bologna è stata un successo, e quindi è giusto inserirla fra gli appuntamenti istituzionali. L'idea era partita nei giorni scorsi proprio da Morgantini, che aveva coinvolto l'Anpi, i sindacati, Libera e altre associazioni cittadine: replicare anche nel cortile della casa dei bolognesi quel senso di comunità intorno a un semplice piatto che era stata la ricetta dei festeggiamenti a Campegine, il 25 luglio 1943, quando la famiglia Cervi, appresa la destituzione del duce, offrì un piatto di pasta a tutto il paese. Una formula che viene sposata ogni anno da oltre cento realtà di tutta Italia.


E per la prima volta, appunto, anche da Palazzo d'Accursio. "Una pastasciutta rossa", con pomodoro e mozzarella, "memorabile. C'è pieno di bella gente", commenta Roberto Morgantini quando i mestoli hanno appena iniziato a scodellare fusilli e penne. "Le persone stanno rialzando la testa. La preoccupazione intorno a noi cresce per quel che sta succedendo in Italia, ma siamo attivi", non rassegnati. "Oggi siamo qui per rilanciare quel progetto della famiglia Cervi, trasformandolo in una festa di piazza. Siamo qui per difendere la democrazia, per dire no al fascismo e a brutte avventure" del passato che a volte non sembra più così lontano. "Certo che ha ancora senso dichiararsi antifascisti. Non è questione di essere contro un partito, ma contro un modo di pensare. Fascismo è demonizzare gli altri", insiste Morgantini, "basti vedere quel che è successo a Roma alla bambina rom che si è presa un piombino nella schiena e qualche abitante ha detto: doveva essere un proiettile. Non dobbiamo stare a guardare, ma parlare con le persone". Dialogo e democrazia.

E forse la grande partecipazione nel cortile del Comune - 25 kg di pasta sono finiti in meno di mezzora, tanto che è stato necessario cuocerne ancora - è proprio il segno di un bisogno di confronto e di ragionevolezza. "Questo cortile si è animato non per un piatto di pasta, ma per i lavori che offriamo, i valori per i quali i partigiani hanno combattuto e sacrificato la loro vita", riflette la presidente dell'Anpi Anna Cocchi. "Un'iniziativa bellissima" per l'assessore Alberto Aitini, "ed è stato un segnale di attenzione da parte dell'amministrazione ospitarla qui". Non sarà un evento isolato, "la rifaremo ogni anno", assicura, "perché l'antifascismo deve far parte del nostro patrimonio valoriale. A prescindere dalle posizioni politiche tutti dovrebbero sentirsi antifascisti". Poi, complice una chitarra, parte un "Bella ciao" cantato a squarciagola, le forchette si fermano per intonare un canto di libertà che non passa di moda.