Bologna

Salvini contro la moschea a Bologna: "Roba da matti"

Il ministro degli Interni attacca via Facebook la permuta di terren, con la concessione d'uso dell'area di via Pallavicini, tra il Comune di Bologna e l'ente di gestione dei beni islamici di Italia
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Nei giorni scorsi ha scatenato una raffica di attacchi da parte del centrodestra cittadino, spaventato dall'ipotesi della "grande moschea". E ora, sulla permuta di terreni tra il Comune di Bologna e l'ente di gestione dei beni islamici di Italia si scaglia anche il ministro degli Interni, Matteo Salvini. "A Bologna - attacca su Facebook- la sinistra e il Pd regalano un intero immobile pubblico a un'associazione islamica per 99 anni, con la possibilità di ampliarlo ulteriormente, non prima di averglielo lasciato in concessione per anni a un costo ridicolo (affitto scontato del 91%). E i cittadini giustamente si arrabbiano. Roba da matti". Salvini aggiunge: "nuove moschee? no, grazie".
Il 31 luglio scorso, la giunta Merola ha licenziato la proposta di permuta che dovrà passare al vaglio del consiglio comunale. In sostanza, Palazzo d'Accursio acquisisce un'area di 6.587 metri quadrati in via Felsina, vicino alle scuole Manfredi-Tanari, cedendo in cambio all'ente di gestione dei beni islamici in Italia il diritto di superficie (per 99 anni) del centro di cultura islamica di via Pallavicini. Si tratta di una permuta alla pari, del valore di 305.000 euro. Su questo atto si era già scagliata contro il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni, nella sua veste di consigliera leghista a Bologna.

"Permettere la libertà di culto, senza soldi pubblici, è fare integrazione e costruire la convivenza tra i fedeli di ogni religione", era stata la replica del sindaco Merola.  "Nessuno di noi pensa ad una cattedrale nel deserto o ad una grande moschea che ne sopprima altre", era stata l'assicurazione fornita da Yassine Lafram, presidente della Comunità islamica bolognese e presidente nazionale dell'Ucoii.  Con questa decisione "Bologna sarà una città un pò migliore", aveva sottolineato Lafram, rivendicando che i frequentatori del centro islamico "sono cittadini di questa città a pieno titolo, al di là della loro nazione di origine, che hanno scelto Bologna e che Bologna ha saputo accogliere".