Milano, 28 ottobre 2017 - 08:55

Abusi sessuali nella palestra di Lonato: chiuse le indagini, 5 indagati

L’inchiesta (lampo) in capo al pm Ambrogio Cassian sui presunti abusi sessuali su allieve minorenni da parte del titolare della palestra e di altri 4 adulti

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Le indagini si fermano qui. Se ne riparla in aula. Il provvedimento di chiusura è stato notificato alle parti: dopo sei mesi si cristallizza l’inchiesta (lampo) in capo al pm Ambrogio Cassiani e ai suoi uomini di polizia giudiziaria sui presunti abusi sessuali su allieve minorenni da parte dell’allenatore — e «sedicente» istruttore di karate secondo il Coni — C.C., 43 anni da compiere tra meno di due mesi e fresco di separazione consensuale dalla moglie, titolare di una palestra a Lonato.

Lui è stato arrestato su ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip Alessandra Di Fazio dal 5 ottobre. Pesantissime le accuse: violenza sessuale (e di gruppo) su minore, atti sessuali sempre con minorenni, prostituzione minorile e detenzione di materiale pedopornografico. Ma nel registro degli indagati sono finiti anche altri quattro adulti: stando al racconto di una delle vittime due sono genitori di ragazzini che frequentavano i corsi di karate — avrebbero partecipato rispettivamente agli incontri completi «a tre» sul tatami e agli approcci, poi bloccati dall’allieva, nell’infermeria deputata ad alcova — poi sarebbero coinvolti un altro ragazzo che frequenta la palestra e infine un amico dell’istruttore che nulla ha a che fare, invece, con questo ambiente. Ma con gli abusi sulle ragazzine sì, almeno per l’accusa.

Sette le giovanissime che avrebbero subito violenza, alcune rintracciate dagli inquirenti durante le indagini (informatiche e non: le violenze di gruppo seguivano apposite chat hard). All’origine dell’indagine, nell’aprile scorso, la denuncia di una di loro: alla prima «lusinga» del suo maestro, nel 2008, dopo un pigiama party in palestra, aveva solo 12 anni. I rapporti intimi con lui continueranno fino ai 17. Ed è stata proprio lei, nei mesi scorsi, ad avvisare la mamma di un’altra ragazza: «La porti via da quella palestra, non deve succederle ciò che ho subito io, mi ha rovinato la vita». Peccato che a differenza sua, lei ancora riesca a considerarlo l’amore della sua vita. Per la procura e il gip i racconti delle parti offese sono attendibili e riscontrati. Lui le avrebbe sedotte, isolate, manipolate, inducendole a credere che fosse l’unico riferimento possibile

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