12 dicembre 2017 - 09:09

Brescia, l’onda nera: la «mappa»
dei movimenti di estrema destra

Cercano sempre più consensi elettorali e dentro le scuole piuttosto che nelle piazze. Resistono gli storici e nascono nuove sigle

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Sempre più «ufficiali» e sempre meno in piazza. Aggrappati a temi di rilevanza sociale che fanno da cassa di risonanza al consenso. Almeno di questi tempi. Perché è la strada che porta alle urne a catalizzare attenzione e strategie dei movimenti politici di estrema destra nel Bresciano. Chi per lavoro fa l’investigatore non ha dubbi: vogliono voti. E per ottenerli usare la violenza sarebbe controproducente. Poi però succede che in due vengono denunciati dopo un’irruzione a Como durante la riunione di un’associazione pro migranti da parte del Veneto Fronte Skinheads. Sì perché la costola locale si chiama proprio «Brescia Skinhead» e raccoglie un gruppo di giovani (anche legati alla tifoseria) i quali pare non disdegnino «azioni più incisive» per l’affermazione delle rispettive idee.

Già nel 2014, a Brescia, si sente parlare di Lotta Studentesca (legata a Forza Nuova) e Blocco Studentesco (vicino a CasaPound): i volantinaggi dentro e fuori le scuole non passano inosservati. Tantomeno lo striscione con la scritta «L’olocausto non esiste» appeso fuori dall’istituto Capirola di Leno, in occasione della Giornata della Memoria. Stessa cosa sul muro del Comune di Manerbio e su un cavalcavia di Ghedi: furono denunciati in tre. Mesi prima un 15enne vicino a Forza Nuova fu picchiato in zona Marco Polo da attivisti della «controparte»: un regolamento di conti - pare - per un precedente screzio al Calini. Al Lunardi, nei giorni scorsi, gli esponenti di Blocco Studentesco hanno volantinato per la caduta di alcuni calcinacci dai soffitti della scuola. Non solo giovanissimi, anzi.

Comunque «movimenti sotto continua attenzione e monitoraggio», dice il questore Vincenzo Ciarambino. «Soprattutto visti i recenti tentativi di ripristinare nostalgie ideologiche, affinché i fuochi di paglia non diventino bracieri incontrollabili». Ci sono CasaPound - che nel Bresciano ha preso sempre più piede, con l’inaugurazione della prima sede a Concesio e la seconda in Costalunga - e Forza Nuova, che da sempre si caratterizzano come partiti politici e fanno presa su temi sociali come immigrazione e diritto a casa e lavoro, sollecitando la rabbia e il bisogno di sicurezza delle realtà più disagiate. Ci sono i loghi e le pagine Facebook. E soprattutto dopo fatti eclatanti, ecco fiaccolate e raccolte firme: vedi l’omicidio di Pietro Raccagni per mano di una banda albanese o il picchetto delle tartarughe nere per un imprenditore di Orzinuovi sfrattato dalla sua azienda. Storiche roccaforti: Lumezzane, Ospitaletto, e Manerbio. Dove Forza Nuova ha una sede e quindi iniziative più continuative, come la raccolta di pacchi alimentari per famiglie bisognose in Valtrompia.

E ancora, Brescia ai Bresciani: movimento «ombrello» che raccoglie sostanzialmente i simpatizzanti di estrema destra e nasce proprio nella nostra provincia (poi a Mantova e Verona). Hanno sfilato per le vie del centro in contrapposizione a una manifestazione di immigrati, tra di loro anche un gruppo di ultrà, i quali si ripresentarono a Collio contro l’arrivo dei profughi. Per l’omicidio di Frank Seramondi e la moglie, invece, accesero decine di fiaccole. Raccoglie anche neonate sigle come Generazione Identitaria e Brescia Identitaria, strettamente legate al territorio. Nel tentativo di «radicalizzarsi».

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