Milano, 4 novembre 2017 - 09:31

Trenzano, Bianchi diventa il primo sindaco di CasaPound: «Con
il fascismo uno Stato forte»

Il sindaco di Trenzano aderisce a CasaPound, è il primo a farlo in Italia: «Ero con Forza Italia, ora sono contro il libero mercato». Il fascismo: «Benissimo fino alle leggi razziali»

shadow

Delle polemiche, se ne fregherà anche questa volta. L’Anpi, la minoranza, pure il parroco del Paese: se gli chiederanno di dimettersi, ascolterà tutti ma risponderà picche. «Rimetterò il mandato solo se me lo chiederà la mia giunta ma non credo lo faranno: dobbiamo continuare a lavorare con il solito motto». «Prima gli italiani», appunto. Andrea Bianchi, 39enne sindaco di Trenzano, provincia di Brescia, è abituato a prendere posizioni forti e controverse. La più eclatante è stata resa pubblica qualche giorno fa: due mesi fa Bianchi ha aderito a CasaPound Italia.

***


È il primo sindaco italiano a tesserarsi con il movimento di estrema destra: CasaPound si rifà chiaramente al fascismo (“Fascisti del terzo millenno”, li hanno definiti) e questo fa di Bianchi il primo sindaco dichiaratamente fascista d’Italia.
«Tutti sanno già delle mie posizioni, vicine sia a CasaPound che a Forza Nuova. Per questo ho creato polemiche ricevendo minacce e denunce. Non mi sono tesserato per avere delle etichette e so di aver fatto una scelta scomoda: volevo dare il mio contributo a un movimento che ha idee che condivido».


Perché non ha reso subito pubblico il suo tesseramento?
«È stata una mia scelta da cittadino e non da sindaco, lo ha fatto CasaPound e va bene così. Non mi sono mai nascosto».


Quando è stato eletto per la prima volta, nel 2008, era un liberista convinto di Forza Italia. Nel 2013 ha fondato una sua lista, spiccatamente di destra, e ora aderisce a CasaPound.
«Ho svoltato politicamente entrando nelle istituzioni: nella mia esperienza vedo una società con grandi problemi e uno Stato che delega tutto al libero mercato. Io voglio uno Stato forte, etico e che si fa carico dei bisogni lavorativi e sociali della comunità. Non definirei CasaPound xenofoba ma sovranista: siamo contro l’immigrazione senza regole».


Siamo pragmatici: le minoranze le chiederanno di dimettersi, l’Anpi e i centri sociali faranno polemica.
«Io rispondo solo alla mia giunta e in realtà credo non cambierà nulla, oggi nessuno si è lamentato e continuerò a fare il mio lavoro. Le polemiche saranno inevitabili, pazienza».


Il suo motto è «prima gli italiani»: a Trenzano avete fatto qualcosa o è rimasto uno slogan?
«Due esempi: per avere agevolazioni sulle mense scolastiche bisogna essere residenti da almeno 3 anni, per avere una casa popolare ne servono 10. Credo che questi servizi dovrebbero essere dedicati solo a chi è italiano ma purtroppo non posso ancora farlo: sarebbe discriminazione. Vorrei fare molto di più per il sociale, ristrutturando e ampliando la gamma delle case popolari, e per l’ambiente, valorizzando le rogge e spingendo sulla mobilità sostenibile, magari con il metrò fino a qui. È un tema a cui tengo, infatti Trenzano è ai primi posti in Italia per la differenziata».


CasaPound inneggia al fascismo: cos’è per lei il Ventennio?
«È stato un momento storico in cui l’Italia ha avuto uno Stato forte, serio e capace di risolvere i problemi sociali e lavorativi. Dal 1938, con le leggi razziali, indifendibili, è incappato in una serie di errori gravi e drammatici che hanno vanificato quanto di buono è stato fatto».


Se le chiedessero di impegnarsi in qualche ruolo più in vista?
«Sono a disposizione. Sia a Trenzano, se i cittadini vorranno dare continuità ai miei due mandati nonostante questa etichetta scomoda, che per CasaPound».


Nel 2015, dopo aver partecipato a una manifestazione di Forza Nuova, ha scritto “Stato di merda” su Facebook in polemica con la Questura ed è stato denunciato. Altra denuncia, per vilipendio allo Stato, nel 2017, quando ha scritto «il fascismo tornerà».
«Nel primo caso mi è arrivata solo la sentenza di condanna pecuniaria, a cui ho fatto ricorso e vedremo in Tribunale. Per il secondo episodio attendo ancora che mi arrivi la denuncia del Prefetto Vardè».

info@vittoriocerdelli.it

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT