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«Moschea? C’è la libertà di culto»

Massaro sulla proposta della comunità musulmana: «Il Comune non ha voce in capitolo, può vigilare»

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BELLUNO. Una moschea a Belluno? «Non è una questione che riguarda il Comune che non può né incentivare né rilasciare autorizzazioni in questo senso, ma può e deve comunque vigilare affinché tutte le norme, a partire da quelle urbanistiche, siano rispettate».

Così il sindaco di Belluno Jacopo Massaro risponde alla richiesta contenuta nel documento sottoscritto da rappresentanti dell’Islam bellunese e regionale e dalla comunità cristiano-cattolica della provincia che sarà presentato nel fine settimana nel capoluogo nella giornata dedicata al dialogo tra Chiesa e Islam.

La richiesta è contenuta in un documento che declina anche alcuni principi di convivenza e pacifico confronto tra le due professioni religiose. Un testo che è definito all’avanguardia e destinato a fare scuola in Veneto per quanto riguarda il dialogo interreligioso.

«Dal punto di vista pratico non c’è alcun divieto né incentivo che il Comune di Belluno, come nessun altro Comune, possa applicare sulla costruzione di una moschea, anche perché il diritto di culto è sancito dalla Costituzione, così come quello della libertà del credo religioso. Già ora capita molte volte che luoghi di culto aprano e chiudano nel capoluogo. Qui infatti abbiamo diverse confessioni religiose, dagli Avventisti ai Testimoni di Geova e altri. Non c’è nulla di più libero del diritto di professare una religione e un culto», ribadisce ancora Massaro che poi precisa: «Quello che l’amministrazione comunale può fare è controllare che le regole siano rispettate, a partire dall’agibilità».

Ma il sindaco non nasconde che «ad oggi c’è qualche titubanza nel sentire pronunciare la parola “moschea” viste le situazioni di conflitto esistenti nel mondo: si pensi al Medio Oriente, ai conflitti in area balcanica, agli atti terroristici di questi ultimi anni. Tutto questo ha contribuito a far nascere un dibattito sulla questione culturale con le sottese implicazioni religiose che finiscono per diventare delle prese di posizione».

Per il primo cittadino del capoluogo, quindi, nulla impedisce la realizzazione di un luogo di culto anche per gli islamici residenti nel territorio bellunese, «anche se credo che il documento sottoscritto tra Chiesa e Islam abbia il significato di sottolineare l’importanza della libertà di espressione religiosa come comune denominatore per esercitare la propria autonomia e un progetto di vita indipendentemente dalla propria origine e orientamento culturale e religioso». (p.d.a.)

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