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Porta Vescovo-Fedaia, il Comune di Rocca boccia il progetto

Il sindaco De Bernardin polemico con il collega di Livinallongo e con De Cassan: «Condivido i timori dello Ski Civetta sulla possibilità che il Padon muoia»

Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

ROCCA PIETORE. Rotondo il no di Rocca Pietore, e in particolare del sindaco Andrea De Bernardin, al collegamento tra Porta Vescovo ed il Fedaia.

La cui utilità viene invece ribadita da Leandro Grones, sindaco di Livinallongo.

Un dibattito che si sviluppa a seguito della chiusura dei due skilift di Malga Ciapela.

«Vorrei fare un plauso alla nota dello Ski Civetta, unico vero grande Comprensorio sciistico completamente veneto, attraverso la quale», precisa De Bernardin «il presidente Cesare Sorarù ben chiarisce le loro preoccupazioni riguardo alla possibilità che si guardi con troppo interesse al collegamento con la Marmolada tramite il Porta Vescovo, lasciando conseguentemente morire l’ormai quasi quarantennale collegamento del Passo Padon».

Il sindaco di Rocca conferma, infatti, che il Padon serve in effetti anche allo Ski Civetta come unica e sola possibilità di collegarsi con il Sella Ronda e quindi con il Giro dei Quattro Passi e con il Giro della Grande Guerra.

«Per quanto riguarda invece il mio collega sindaco di Livinallongo, beh», aggiunge De Bernardin, «forse non ha ben chiaro che Rocca Pietore non ha ancora deciso di inglobare il territorio di Livinallongo e che quindi, lui, come sindaco, ha ancora giurisdizione piena su Fodom e può quindi continuare a governare come meglio crede il suo Comune, lasciando a me e alla mia amministrazione di farlo in autonomia sul territorio di Rocca, anche senza i suoi “saggi e disinteressati consigli”».

De Bernardin è critico anche con le reazioni del suo predecessore, Maurizio De Cassan, che lo aveva sollecitato a tutelare gli interessi di Rocca.

«In questi quasi nove anni da sindaco ho dato il massimo anche di fronte a problematiche davvero rilevanti, tali da renderci tristemente “famosi” alla cronaca provinciale e regionale. Di Maurizio De Cassan, che, al di là dei rispettivi ruoli politici, avevo anche tentato di coinvolgere ed informare, prima di altri, sull’andamento della questione impiantistica a Malga Ciapela e su quanto il Comune sta facendo con un Progetto Strategico con i Fondi Comune di Confine proprio in quella zona, ho sempre saputo che alla prima occasione avrebbe usato contro di me quelle informazioni».

Poi una frecciatina polemica contro l’ex sindaco: «Cosa ha fatto De Cassan nel suo “ventennio” per le note criticità di Malga e degli impianti? Il fatto che il sottoscritto e la sua maggioranza si stia adoperando al massimo per tutelare gli interessi della Val Pettorina e dell’intero Comune, credo che nessuno, a parte lui, lo possa disconoscere».

Leandro Grones, sindaco di Livinallongo, dal canto suo spera che si trovi a breve una soluzione ponte per riaprire gli skilift di Malga Ciapela, perché ne va del buon nome del Dolomiti Superski che è il top al mondo in termini di collegamenti sciistici, sistema piste, impianti, rifugi, ricettività e attività commerciali. «Un sistema integrato, cui ognuno fa la sua parte al meglio. Irrealistico star qui a discutere per due impianti fermati dalla burocrazia. Ma il problema va affrontato a fondo, con lungimiranza e soprattutto cognizione di causa».

Il sindaco Leandro Grones ricorda che esattamente due anni fa propose un accordo di programma che coinvolgesse tutti, che rappresentasse solide basi per la crescita compatibile e sostenibile di quest’area.

Invece niente.

«Possiamo girarci attorno finché vogliamo, ma i numeri risicati dei passaggi degli impianti che da Malga portano ad Arabba e viceversa non consentono di fare gli investimenti necessari per programmare e guardare serenamente al futuro».

Porta Vescovo, collegato direttamente alla Marmolada, potrebbe essere – ad avviso di Livinallongo e di Canazei – un’alternativa tale da provocare un rilancio complessivo.

 

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