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Escort spillò l’eredità al disabile psichico

La procura ha chiesto due anni e otto mesi per l’accompagnatrice dominicana accusata di circonvenzione d’incapace

di Gigi Sosso
1 minuto di lettura

BELLUNO. Escort a caccia di eredità. Chiesti due anni e otto mesi di reclusione e 1.200 euro di multa per la 35enne accompagnatrice di Santo Domingo, a processo per circonvenzione d’incapace. La vittima è un disabile psichico bellunese di una sessantina d’anni, che aveva ereditato circa 100 mila euro dalla madre e ne ha versati 30 mila alla donna, con il rischio di perdere degli altri soldi. È stato l’impiegato della banca a bloccare i trasferimenti dal conto corrente, davanti a una richiesta di bonifico anomala, e ad avvertire le forze di polizia. Il procedimento penale è partito da questa segnalazione.

La donna aveva scelto di essere giudicata in rito abbreviato condizionato dall’esame dell’imputata e ieri mattina ha dato una versione dei fatti, che non coincide per niente con quella della procura della Repubblica. I due erano stati presentati da amici comuni e si sono visti e frequentati nella seconda metà del 2016. Doveva essere un rapporto di amicizia, sulla base del quale lei si è sentita legittimata a chiedere aiuto economico, non solo per pagare qualche mese di affitto, ma anche per liberarsi dal racket della prostituzione. Emergerà in un secondo momento che non ha un protettore, ma esercita in piena libertà. Ha ammesso di aver ricevuto una somma tra i duemila e i tremila euro, motivandola con la compagnia e un numero imprecisato di rapporti sessuali.

All’epoca l’uomo non aveva ancora un amministratore di sostegno, mentre da qualche tempo è seguito da un avvocato bellunese che gli gestisce il patrimonio, e in tribunale si è costituito parte civile con Mariangela Sommacal, in maniera da avere il risarcimento dei danni sofferti in sei mesi magari anche gradevoli, senza dubbio costosi. La tesi del pubblico ministero Marcon è completamente diversa: l’imputata latinoamericana ha approfittato dei grossi problemi della parte offesa, per portargli via buona parte dell’eredità e merita di essere sotto processo. La vittima è stata ascoltata dalla procura in sede di incidente probatorio e, sulle sue condizioni psichiche, le parti non concordano: il difensore lo considera capace d’intendere e volere, mentre la controparte sostiene ci sia stata la circonvenzione d’incapace.

A fine udienza, l’accusa ha chiesto una condanna a due anni e otto mesi più 1.200 euro di multa, tenendo conto dello sconto di un terzo previsto dal rito alternativo, mentre la difesa l’assoluzione, perché il fatto non sussiste (non ci sono i presupposti per la circonvenzione) e in subordine il minimo della pena. Tra le due istanze, quella di risarcimento presentata da Sommacal. Il giudice per le udienze preliminari Scolozzi ha rinviato a martedì prossimo per eventuali repliche. Non dovessero essercene, si chiuderebbe in camera di consiglio per la sentenza di primo grado.

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