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Il vandalo “Ncs” deturpa anche la porta della chiesa

Una firma già conosciuta colpisce a Borgo Prà con la vernice Don Guido: «Siamo troppo spesso bersaglio del vandalismo»

di Gigi Sosso
1 minuto di lettura

BELLUNO. Più stupido che sacrilego. Nuovo atto vandalico sulla chiesetta di San Giuseppe, a Borgo Prà. Stavolta la vernice spray ha colpito il portale dell’edificio sacro intitolato al patrono dei falegnami. Una mano ancora anonima ha piazzato una tag bianca tristemente famosa e vista in diversi luoghi anche a Baldenich: “NCS” in verticale. Il tratto è incerto, come se accanto alla scarsa vocazione artistica, ci fosse l’urgenza di svignarsela al più presto, per non farsi beccare.

Negli ultimi tempi, altre tracce del passaggio di Ncs, con una sorta di invito ad amarlo nonostante tutto, erano comparse sulle grate di protezione bianche del ponte degli Alpini, dove sono state cancellate e in viale Fantuzzi, tra il passaggio pedonale e l’edificio sfitto, poco a nord della questura. Non è la prima volta che la chiesa all’incrocio tra le vie San Giuseppe e Sant’Antonio viene deturpata: a gennaio, qualcuno aveva scritto alcuni versi in latino del “Dies Irae”, una delle parti più note del requiem, la messa celebrata in memoria di un defunto. E in passato erano comparse croci rovesciate e numeri della Bestia 666, in vernice nera.

A Borgo Prà, nella chiesetta che risale al 1797 è il salesiano don Guido a dire messa: «Ci siamo accorti l’altra mattina della comparsa della scritta sulla porta, purtroppo questo edificio tanto caro agli abitanti del borgo è sempre più bersagliato dei vandali e ci tocca cancellare le scritte. La chiesa avrebbe bisogno di una sistemata più complessiva, a cominciare dalla scalinata, dopo che non abbiamo la possibilità di rimettere al suo posto il timpano, che fino a qualche anno fa era sopra l’ingresso».

Borgo Prà in generale è uno dei quartieri più colpiti dagli scarabocchi dei sedicenti writers. Ce ne sono un po’ su tutti i muri e, pur essendo ormai a Quartier Cadore, non è lontano dalla chiesa il murale con la lince partigiana dell’artista bellunse Ericailcane sulla cabina dell’Enel danneggiato con croci celtiche e un motto di matrice fascista solo pochi giorni prima: «Eravamo in una delle zone più pittoresche della città, ma da un po’ di tempo a questa parte non si contano gli episodi di vandalismo contro le proprietà», conclude don Guido, «non se ne può più».

Quando vengono scoperti e portati in tribunale, i vandali se la cavano con una sgridata, una ripulita e un po’ di lavori di pubblica utilità per danneggiamento.

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