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Apre il cantiere per la frana sul Fadalto Alemagna in sicurezza dopo un anno

Armani, amministratore di Anas: «La prossima settimana predisporremo i mezzi, dal 17 avvieremo i lavori sulla statale»

Francesco Dal Mas
2 minuti di lettura

belluno

I lavori sulla statale Alemagna per i Mondiali di sci a Cortina, nel 2021, vanno avanti secondo il cronoprogramma fissato. Nessun ritardo, quindi: fra due anni tutto sarà pronto. Per le varianti di Cortina, San Vito, Valle e Tai bisognerà attendere realisticamente il 2020, non per la conclusione, ma per l’avvio degli stessi cantieri. Anche se non manca la speranza che già il prossimo anno possa iniziare qualche lavoro.

Tempi rapidi, invece, per mettere in sicurezza la frana di Fadalto sull’Alemagna: si partirà il 17 settembre. Lo ha detto l’amministratore delegato di Anas, Gianni Vittorio Armani, nel corso del sopralluogo al ponte sul Piave, in comune di Susegana, insieme al governatore Luca Zaia e all’assessore regionale Elisa De Berti.



«I tempi saranno sicuramente rispettati per quanto riguarda il riassetto della 51, con le opere diffuse, come quelle che si stanno realizzando», spiega Armani. «I quattro progetti di variante, oggetto di un processo troppo articolato di autorizzazione ambientale, saranno avviati prima dei Mondiali, ma si completeranno dopo. Comunque non interferiranno col percorso della strada».



Armani prova ad ipotizzare come partenza la fine del 2019, però mette le mani avanti: «I processi autorizzativi li governiamo fino ad un certo punto». Come a dire che sono una materia incontrollata, in mano ad altri. E che sorprese sono sempre possibili. Armani conferma poi tutti i cantieri programmati sulla Carnica, in Centro Cadore ed in Comelico: «Anche in questo caso la tempistica sarà rispettata», assicura.

In ogni caso - beneagura il top manager - vorrà dire che le quattro varianti saranno pronte per le olimpiadi del 2026.



Quanto al traffico dei tir sull’Alemagna e sulla Carnica, provenienti anche dall’estero, l’alto manager dell’Anas sostiene che «è necessario trovare soluzioni non straordinarie ma ordinarie».

Sulla sicurezza dei ponti, invece, Armani conferma che il Ponte Cadore è sotto stretta vigilanza. E lo è praticamente da sempre, ma si sono aggiunte nuove forme di controllo. Anche gli smartphone di chi transita su una infrastruttura sono in grado di fornire a chi sia responsabile della sua manutenzione indicazioni circa eventuali vibrazioni o spostamenti anomali e su questo «stiamo lavorando con aziende delle IT», prosegue Armani, a margine dell’incontro a Ponte della Priula.

Per il top manager, in ogni caso, queste soluzioni di monitoraggio diffuso che arriverebbero dalle «vibrazioni dei sensori degli smartphone che stanno nelle tasche degli italiani» andrebbero ad integrare i monitoraggi che già oggi si compiono con strumentazione laser ed accelerometri su 110 ponti riferibili all’Anas, come appunto il Cadore.



A riguardo della messa in sicurezza della frana sul Fadalto, infine, Armani fa sapere che la prossima settimana sarà predisposto il cantiere, mentre i lavori veri e propri inizieranno lunedì 17 settembre. Quindi, finalmente, si parte, a più di un anno dalla frana caduta il 28 giugno 2017 e che ha interrotto la statale Alemagna. Statale che ancor oggi è chiusa di notte, mentre di giorno è aperta a senso unico alternato.

Dovranno pagare i proprietari dei terreni? «La società Autostrade può permetterselo», ha risposto Ugo Di Bernardo, dirigente di Anas. Gli altri, però, sono privati cittadini. «Abbiamo regole che sono definite per legge: i proprietari sono responsabili della stabilità dei terreni», afferma Armani. «Quindi noi interverremo, ma spendendo in danno agli altri proprietari. Il principale è Autostrade, che non è proprio indigente. Siamo un soggetto pubblico, non abbiamo molta flessibilità, né negoziale né di rapporto. Ed è giusto che sia così, perché dalla discrezionalità eccessiva nascono comportamenti non adeguati».

Ma la Società Autostrade sarà disponibile a farsi carico anche del costo che finirebbe in carico agli altri privati? Ecco il nodo. —





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