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Estenuante braccio di ferro Massaro aspetta il Governo

Il sindaco: «Spero vivamente che il premier Conte mantenga la promessa fatta» L’Anci ha deciso di fare ricorso al Tar, ma Belluno confida nello sblocco dei fondi

Martina Reolon
2 minuti di lettura

belluno

«Attenderò ancora qualche giorno, sperando vivamente che il presidente del consiglio Giuseppe Conte mantenga la promessa fatta. Belluno, in ogni caso, non retrocede di un passo e mi batterò in ogni sede e in ogni modo».

Continua il braccio di ferro tra sindaci e governo sul bando periferie. L’Anci sta preparando i ricorsi al Tar e il sindaco del capoluogo, Jacopo Massaro, intende muoversi con cautela, fermo restando che «non verrà meno la determinazione nel portare avanti l’interesse della città e dei cittadini».

«L’Anci ha deciso durante una riunione con le città metropolitane di fare ricorso al Tar», ricorda Massaro. «Un passaggio che potrà aprirsi anche per il Comune di Belluno. In questo momento sto però attendendo il decreto che dovrebbe sbloccare i fondi del bando periferie. Decreto promesso dal presidente Conte all’incontro con la delegazione dell’Anci». Conte si era preso dieci giorni di tempo.

«Sono già passati, ma auspico che il presidente mantenga la parola data. Sarebbe inaccettabile che accadesse il contrario. Ripongo fiducia nella parola e nel ruolo istituzionale del presidente del Consiglio», dice ancora il primo cittadino del capoluogo.

I soldi del bando periferie sono congelati, perché il decreto Milleproroghe ha ricevuto il voto di fiducia senza emendamenti. Ma il governo, per bocca del presidente del Consiglio, si è impegnato a sbloccare le risorse, che dovrebbero essere garantite solo ai Comuni che hanno i progetti già in fase esecutiva. Ed è il caso di Belluno. Dovrebbero, però: il condizionale è infatti d’obbligo.

«È necessario fare chiarezza sul fatto che i fondi saranno spalmati in tre anni e assegnati ai Comuni che ne avranno necessità. Questo cosa significa in concreto?», si chiede Massaro. «Si finanzieranno tutti i progetti esecutivi, come già prevedono le convenzioni, ci sarà una scala di priorità o verranno presi altri provvedimenti? Restiamo ancora prudenti, anche perché non si conoscono contenuti e tempistiche del decreto». Insomma, fintanto che quest’ultimo non verrà messo nero su bianco non si può cantare vittoria. La decisione di Belluno di ricorrere o meno al Tar dipende dalle azioni che metterà in campo il presidente del consiglio.

«Detto questo, Belluno non molla e faremo di tutto per tutelare la nostra città e i nostri cittadini. Il loro interesse è e rimane al primo posto e ci batteremo», ribadisce Massaro.

«La situazione attuale è paradossale: abbiamo 18 milioni di euro (capaci di attivare investimenti per 35 milioni) che non possiamo utilizzare. Praticamente è come se un privato si vedesse sequestrare i soldi dal suo conto corrente senza un motivo».

Insieme a Belluno ci sono altre 95 città coinvolte. I progetti del bando periferie sono al momento tutti bloccati e i 3,7 miliardi di investimenti previsti in tutta Italia sono sospesi, comprese le opere già realizzate e che qualcuno deve pagare. —



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