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Rubano l’auto al prete per andare in Spagna con una giovane amica

Due marocchini nei guai per furto e sottrazione di minore Il giudice ha rifiutato il patteggiamento per un imputato

Gigi Sosso;
2 minuti di lettura

BELLUNO

Viaggio con l’auto del prete. Una fuga a tre. Non uno scherzo, ma un furto pluriaggravato ai danni di don Alberto Bisson, che al tempo collaborava con la Caritas. Già che c’erano Abdelkhalek Barnak e Hicham Osfor hanno deciso di portarsi dietro una ragazza che conoscevano bene: una quindicenne per la quale si sono messi nei guai anche per il reato di sottrazione di minore. La giovane era senza dubbio contenta di fare questo giro in Spagna con degli amici, quello che mancava, alla sua età, era l’indispensabile permesso dei genitori.

Osfor risulta irreperibile: il 5 marzo sarebbe stato lui a sottrarre prima le chiavi e poi l’Opel Corsa del sacerdote. Dei due infatti era l’unico che aveva la patente di guida. Il furto è avvenuto quattro anni fa, in orario notturno e nel parcheggio dell’ente ecclesiastico. Osfor frequentava quel luogo in momenti di bisogno e sapeva chi e cosa colpire.

Barnak è ancora agli arresti domiciliari in una comunità per via di altri reati, in questo caso gli viene contestato il concorso: era d’accordo di andare all’estero. Si è accomodato sulla poltrona del passeggero e via verso la frontiera di Ventimiglia. Sul sedile posteriore la ragazzina, che non aveva chiesto il consenso a mamma e papà.

Normale che i tre siano stati bene insieme, malgrado avessero pochi soldi in tasca. I due maghrebini sapevano di aver commesso almeno un reato, probabile non fossero al corrente che con le minorenni bisogna stare attenti per qualsiasi cosa, anche quella che può sembrare la più innocente. Sono tornati in Italia e hanno restituito la macchina a Bisson in buone condizioni. Ma la denuncia nei loro confronti era già stata presentata, sia dal parroco che dai familiari della giovane donna.

Difeso da Mario Mazzoccoli, Barnak ha cercato di rimediare con una lettera di scuse e un risarcimento di 150 euro, cioè tutto quello che gli era rimasto in tasca, ma le mosse non gli hanno evitato di finire a processo. Ieri mattina era nell’aula di tribunale, davanti al giudice Coniglio e al pubblico ministero Tricoli. Il difensore ha fatto un primo tentativo di patteggiare con il pm d’udienza, ma dopo aver sentito la condanna che si stava prospettando per il suo assistito ha fatto un secondo tentativo con il titolare del fascicolo Marcon, arrivando a sei mesi di reclusione. Fin da subito, Coniglio non è sembrata favorevole, tenuto conto che l’imputato ha precedenti per scippo, tentata rapina e lesioni: dopo aver letto gli atti d’indagine, ha respinto il patteggiamento e fissato la prima udienza del processo per le 9.30 del 22 ottobre, davanti alla collega Feletto.

È l’ultimo guaio con la giustizia per Abdelkhalek Barnak, che adesso è un’altra persona, rispetto ai tempi i cui era conosciuto come Diablo. Ha patteggiato tre anni per rapina alla sagra di Polpet e un anno e quattro mesi per lo scippo a due donne nel parcheggio del palasport. —



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