In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Il Pd: compartecipazione ai tributi

Fracasso: «Scuola, università, sanità, lavoro e giustizia di pace le nostre richieste»

2 minuti di lettura
(ansa)
VENEZIA. Il Pd gioca d’anticipo e mette sul tavolo il vero contenuto del referendum: il negoziato con il governo, come previsto dall’articolo 116 della Costituzione. E indica le 9-10 materie da trasferire in toto dallo Stato alla Regione: la pubblica istruzione, la sanità, la tutela dell’ambiente e il governo del territorio, i beni culturali, le politiche del lavoro, la ricerca scientifica e il sostegno all’innovazione, la giustizia di pace. Se il residuo fiscale resta un vincolo da rispettare, il Pd chiede quindi al governo di negoziare la «compartecipazione ai tributi regionali» sul modello del Friuli Venezia Giulia. Insomma, una quota di accise sulle imposte e di Irpef e altri tributi può restare in Veneto.

A indicare la strategia è Stefano Fracasso, capogruppo in regione che ieri assieme ai consiglieri Cristina Guarda, Francesca Zottis, Orietta Salemi, Alessandra Moretti e Claudio Sinigaglia ha presentato un dossier che sarà la base della discussione in consiglio regionale. Luca Zaia ha già annunciato di voler portare a Palazzo Ferro Fini la delibera quadro con cui avvierà il negoziato con Gentiloni e in quella sarà nascerà la mediazione, con la sintesi delle proposte.

«Il presidente Zaia continua ad alimentare la confusione perché nel suo dossier ha scritto che con il referendum il Veneto otterrà più risorse da Roma, a partire dal residuo fiscale. Basta con le bugie alimentate dalla Lega e basta con le richieste un tanto al chilo: ci sono delle competenze che debbono restare in toto allo Stato», spiega Fracasso.

Le grandi infrastrutture come i gasdotti, i porti e gli aeroporti non vanno assegnati agli enti locali. Il voto di domenica non consegnerà un solo euro in più al Veneto e alla Lombardia ma potrà spalancare le porte alla gestione autonoma di alcuni settori della pubblica amministrazione oggi nelle mani dei ministeri. Qui c’è una forte richiesta per ridurre i tempi della giustizia civile e degli arbitrati dei giudici di pace. Quanti sono oggi in Veneto: 300? E quanto ci sostano? 3 milioni? Bene, i giudici di pace oggi pagati dal ministero della Giustizia possono essere trasferiti alla regione Veneto che se ne assume la gestione fino in fondo. Ma Zaia e la Lega la devono smettere di dire che diventeremo come la Provincia di Bolzano perché non è possibile», continua Fracasso.

Il passo in avanti, a leggere il dossier dei Dem, riguarda la “regionalizzazione” della Pubblica istruzione, considerata sacra e inviolabile da buona parte dell’opinione pubblica progressista: «La maggiore autonomia non riguarda i programmi didattici, ma la flessibilità del sistema in funzione delle richieste del mercato del lavoro, con nuove configurazioni giuridiche per allargare la rete scolastica e sostenere l’ autonomia didattica e finanziaria».

Il vero nodo sarà quello delle risorse, che il Pd non quantifica. «Lo faremo appena saranno definite le materie del negoziato», spiega Fracasso, «non si possono vendere illusioni alla fiera del voto come invece fa la Lega nei suoi comizi con Zaia e Maroni. I due governatori debbono solo ringraziare il Pd e il governo dell’Ulivo del 2001 che ha approvato la riforma che prevede l’articolo 116 e consente il referendum. Basta leggere la Costituzione: “il Governo è tenuto ad assicurare, con appositi regolamenti, deliberati dal consiglio dei ministri e approvati dal presidente della Repubblica, il trasferimento alla regione delle risorse umane e strumentali precedentemente assegnate all’esercizio delle funzioni statali nelle materie oggetto della legge regionale. Sugli schemi dei regolamenti, prima della loro definitiva deliberazione da parte del consiglio dei ministri, deve essere sentita la Regione”. Non c’è nulla da inventare, deve solo deollare il negoziato».

Albino Salmaso

I commenti dei lettori