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Il centrodestra corre con la “quarta gamba”

Noi con l’Italia firma il patto con Berlusconi e ottiene 21 collegi uninominali, superati i veti della Lega

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PADOVA. Dopo la tempesta torna il sereno, con la “quarta gamba” del centrodestra che trova l’accordo con Berlusconi ed entra nella coalizione. L’accordo è chiuso au quota 21 collegi maggioritari più alcune compensazioni territoriali a carico di Forza Italia. Dopo il via libera, si attende l’ufficializzazione da parte di Silvio Berlusconi, ma l’intesa sul riparto dei collegi maggioritari tra FI-FdI-Lega e Noi con l'Italia-Udc è cosa fatta.

«Siamo in dirittura d’arrivo», assicurano Raffaele Fitto e Lorenzo Cesa in una nota. La trattativa non è stata facile, tra alti e bassi, la svolta sarebbe arrivata in mattinata dopo un vertice ristretto tra i leader centristi con Ghedinie Romani. Quota 21 collegi uninominali il punto di incontro (la maggior parte di fascia A). Più delle “compensazioni territoriali” a carico di Forza Italia, che consentiranno alla “quarta gamba” di ottenere candidature in alcune regioni (Sicilia e Puglia in testa in quanto bacini elettorali di riferimento di Udc e fittiani ma anche in Lombardia) date in cessione dagli azzurri. Un modo per non scontentare nessuno ed evitare le impuntature di Lega e Fdi. Manca un tassello fondamentale, lo sblocco dello stallo nel Lazio (in campo restano Pirozzi, Gasparri e Rampelli). Intanto, tra le fila centriste si ragiona su chi guiderà i listini proporzionali. Sul tavolo, innanzitutto, i casi di Flavio Tosi ed Enrico Zanetti, da sempre nel mirino di Matteo Salvini, ma anche di parte di Forza Italia. L’ex sindaco di Verona viene dato per certo solo nel proporzionale, ma non al 100% nel Veneto. Mentre per il leader di Scelta civica sarebbe venuto meno ogni veto e si starebbe valutando un seggio nell'uninominale a Veenzia. I leader della “quarta gamba” dovrebbero tutti correre come capolista. Tra questi l'eurodeputato Lorenzo Cesa, soprattutto per l’effetto traino. Nessun problema, poi, per il programma, visto che alcuni dei 10 punti di quello firmato da Berlusconi, Meloni e Salvini corrispondono ad alcuni capisaldi programmatici e cavalli di battaglia di NcI e Udc, come la famiglia obiettivo prioritario, il quoziente familiare e più misure a favore di chi ha bisogno.

Tutto a posto? Pare di sì. «La casa naturale dei cattolici popolari e liberali è il centrodestra», afferma il presidente nazionale Udc Antonio De Poli a poche ore dalla firma dell'intesa con le altre forze del centrodestra.

«Il patto che abbiamo raggiunto con FI, FdI e Lega è importante perché abbiamo chiesto e ottenuto pari dignità per portare una squadra di democratici cristiani in Parlamento. Siamo l'ala democristiana nel centrodestra e quindi ci batteremo, da questo momento per difendere i valori del mondo che noi rappresentiamo. Nel programma del centrodestra che abbiamo firmato ci sarà una battaglia storica dello Scudo crociato a favore di famiglie, senza lavoro, piccole medie imprese e per invertire la tendenza sulle politiche sociali a sostegno delle fasce più deboli». (al.sal.)

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