«Vidor, il ponte è una priorità» Ma mancano 40 milioni di euro
Opera del 1870, rifatta nel 1926 Per Zaia è da “piano Marshall” ma Veneto Strade ha un dudget di soli 15 milioni in tre anni per tutti gli interventi in regione
Fabio PoloniVIDOR
Due mesi fa ha compiuto 148 anni. Parzialmente distrutto durante la Grande guerra, è stato ricostruito dopo il conflitto, nel 1926. Non è solo un ponte: quello di Vidor è un libro di storia. Ma sopra quelle arcate, oggi, passa una media di 22-24 mila veicoli al giorno. Se non bastassero i numeri a metterlo in cima alla lista delle priorità, in questi giorni di censimento ferito dal panico post-Genova, basta fare un giro a dare un’occhiata: «Vengono giù i pezzi di cemento – ci ha raccontato nei giorni scorsi una residente – Vedere i camion incolonnati lì sopra fa impressione: betoniere, trasporti di ghiaia, autocisterne che vanno alle cantine. Chissà che peso sopporta». Già, e chissà per quanto tempo ancora dovrà farlo. Se una cosa è chiara – ovvero che sistemarlo è una priorità assoluta – un’altra lo è altrettanto: non ci sono i soldi. «È del 1926, ha necessità di manutenzione e forse di essere rifatto – ha detto ieri il presidente della Regione, Luca Zaia, parlando dell’opera – forse anche con una nuova ricollocazione. Merita un investimento da parte dello Stato di 35-40 milioni di euro e siccome è infrastruttura strategica va inserito nel piano Marshall delle opere pubbliche».
Il concetto di priorità, insomma, ha due (inquietanti) chiavi di lettura: una strutturale, l’altra economica. A Vidor c’è la prima, non la seconda. «Abbiamo fatto una verifica generale su tutti i ponti della nostra regione, quello di Vidor non rientra tra le priorità d’intervento», ha spiegato Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto Strade. Motivo: ci sono sul piatto solamente 15 milioni di euro. –
Fabio Poloni
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