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Pd critico: «Una passerella ad alta quota»

I consiglieri veneti diserteranno la seduta straordinaria: «Non si parlerà dei problemi della montagna, che senso ha?»

Alessia Forzin
2 minuti di lettura

BeLLUNO

Il Bellunese merita risposte e non «una passerella ad alta quota». Il gruppo consiliare del Partito democratico domani non parteciperà al consiglio regionale convocato sulla Marmolada. «Avrebbe dovuto essere un modo per parlare delle politiche per la montagna, invece sarà solo un consiglio in cima ad una montagna», spiega il capogruppo Stefano Fracasso. «Non cambierà nulla per chi la montagna la vive ogni giorno. Non cambierà nulla per la specificità e l’autonomia di questo territorio. Non cambierà nulla per quanto riguarda le criticità sanitarie, sulle infrastrutture».

La scelta del Pd regionale è politica e a rivendicarla sono i consiglieri Fracasso, Graziano Azzalin e Bruno Pigozzo, insieme al deputato Roger De Menech. «Siamo alle solite: spot e prese in giro ne abbiamo viste ormai moltissime da parte della Regione», puntualizza quest’ultimo. «Si governa con i fatti, non con le parole. Il presidente Zaia aveva promesso il Treno delle Dolomiti, ma non esiste alcun atto che vada nella direzione di realizzarlo, da due anni a questa parte. Noi avevamo promesso l’elettrificazione con l’allora ministro Delrio e i cantieri sono in corso. Ecco la differenza: noi alle parole facciamo seguire i fatti».

La Lega e Zaia, invece, «continuano a non dare seguito alle richieste di questo territorio», continua Fracasso. «Lunedì (domani, ndr) non si parlerà, ad esempio, degli investimenti previsti da Anas per strade bellunesi; né si discuterà delle criticità sollevate dai sindaci in merito alla situazione della sanità. E noi non abbiamo intenzione di partecipare a questa passerella politica».

C’è di più: la mozione che sarà approvata domani «è superata dagli eventi», spiega Graziano Azzalin. «Invita la giunta a verificare se il procedimento dell’Agenzia del territorio possa prevaricare una procedura legale in corso, qual è il protocollo d’intesa siglato nel 2002. Ma il 18 settembre è stato depositato il ricorso al Tar del Lazio proprio sul provvedimento dell’Agenzia del Territorio. Che senso ha approvare questa mozione? Intanto la legge 25 è ferma, sulle infrastrutture non c’è alcun impegno formale da parte di Anas a fare gli investimenti e le manutenzioni. La discussione in cima alla Marmolada sarà, a voler essere generosi, accademica, per non dire inutile».

«Avevo detto fin dall’inizio che sarebbe stato opportuno allargare la discussione alle politiche per la montagna, ma non è stata la conferenza dei capigruppo a decidere l’ordine del giorno del consiglio sulla Marmolada», spiega Bruno Pigozzo. «Lo hanno deciso loro. Al Bellunese servono risposte: dov’è andata a finire la programmazione delle strutture intermedie, in campo sanitario? E le medicine di gruppo integrate? Nelle strutture residenziali per non autosufficienti si entra ancora con un’impegnativa, chi riesce ad ottenerla, ferma a dieci anni fa. In compenso viene organizzato un consiglio regionale in cui non si dà alcuna risposta alla montagna».

Il Pd regionale, dunque, domani non salirà sulla Marmolada. In compenso ha preparato una mozione, che presenterà a Venezia, chiedendo risposte per il Bellunese. «I problemi qui sono strade, ospedali, autonomia», chiudono i consiglieri veneti. «E lunedì non arriverà alcuna risposta su questo». —



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