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Sala: «Il governo ci deve sostenere ma ce la possiamo fare pure da soli»

Anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana loda l’intesa: «Gioco di squadra perfetto, le fidejussioni non sono un problema»

Albino Salmaso
2 minuti di lettura



Se a Roma il governo “gialloverde” ha bloccato i 370 milioni stanziati per le Olimpiadi sulla neve 2026 per le beghe del M5S, a Venezia i governatori Luca Zaia e Attilio Fontana e il sindaco di Milano Beppe Sala rassicurano il Cio: ce la possiamo fare anche da soli, le fidejussioni non sono un problema. Il feeling è sbocciato in fretta, fra galantuomini delle istituzioni pronti a dimostrare che le barriere politiche si superano con intelligenza quando si tratta di difendere gli interessi di 15 milioni di persone. «Milano è stata la prima città a partire, ma ora è pronta a fare gioco di squadra con Cortina, in poche settimane è nata una perfetta collaborazione» dice il sindaco di Milano. «Veneto e Lombardia “pesano” come l’Austria» e hanno più turisti di Londra e Parigi e «trovare 370 milioni nell’arco di otto anni è una scommessa che si può vincere anche senza coinvolgere gli sponsor. No, le fidejussioni non sono certo un problema che ci angoscia».

Giovanni Malagò l’8 e il 9 ottobre può giocare le sue carte a Buenos Aires perché Cortina ha le montagne più affascinanti e del mondo, mentre Milano è pronta a scendere in campo per replicare il modello Expo 2015, con una governance aperta ai privati ma senza una SpA, troppo “burocratica”.

Il più ottimista è Beppe Sala, che parla con l’esperienza del manager in prestito alla politica, mentre Luca Zaia con il suo entusiasmo racconta che solo i “pessimisti non fanno fortuna” e stringe la mano a Giampiero Ghedina: «Tu, caro sindaco, nel 2026 puoi inaugurare le Olimpiadi a Cortina, io temo di no: il quarto mandato me lo sogno...», sussurra il governatore mentre posano per la foto ricordo sul balcone che si affaccia sul Canal Grande.

Zaia e Fontana sono i governatori con il “brand” dell’autonomia e sulle ali del referendum ricordano che “regalano” 76 miliardi di gettito fiscale a Palazzo Chigi, che ora vuole negare 370 milioni per il veto imposto da Di Maio a Giorgetti dopo l’esclusione di Torino. “Ha da passà 'a nuttatà” ribatte Luca Zaia che cita la battuta di De Filippo, in “Napoli milionaria”: «Sono sicuro che Salvini saprà mantenere la promessa e il governo appoggerà la candidatura». Sarà davvero così?

Il ruolo da “regista” ieri l’ha giocato Beppe Sala, essenziale nel linguaggio: «Si passa dalle parole al lavoro, com’è nelle nostre corde. Ho sempre insistito sul fatto che Milano dovesse avere un ruolo di guida perché siamo partiti per primi, ma ora ci affidiamo al Coni. Abbiamo poco tempo, l’11 gennaio 2019 va consegnato il vero dossier. E l’8-9 ottobre la candidatura Milano-Cortina 2026 dovrà essere inserita nella short list. Ci sono tutte le condizioni per preparare un’ottima candidatura, contiamo ancora sull’aiuto del governo Conte. Ma con queste Olimpiadi low cost siamo convinti di farcela anche da soli e sono molto contento dello spirito che anima la discussione con Zaia, Fontana e Ghedina». Il sindaco Sala non apre polemiche con Di Maio, però sottolinea che «non s’è mai visto il governo italiano negare l’appoggio a una sua città candidata alle Olimpiadi. Sia chiaro, noi ce la possiamo fare anche con i privati. Abbiamo fornito le garanzie al Cio, che non sono una fidejussione ma una dichiarazione di principio sugli impegni finanziari. Gli sponsor sono al nostro fianco, però il governo deve garantire i contributi già messi a bilancio», spiega Sala. Ultima battuta: lo sconto con Chiara Appendino che vuole rimettere in gioco Torino: «Ora è tardi, Malagò è già volato a Buenos Aires con la candidatura di Milano e Cortina», conclude Sala.

Che il patto istituzionale a 4 sia di ferro lo conferma Attilio Fontana, governatore della Lombardia: «C’è un clima di grande coesione e siamo pronti a presentare un dossier competitivo con la Valtellina e Bormio protagoniste alla pari di Cortina». —



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