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Le stelle di Giotto a S. Rocco di Belluno con gli Scrovegni “mignon”

La Cappella padovana ricostruita in scala uno a quattro nella chiesa del centro. Fino al 3 maggio la mostra curata da Roberto Filippetti. Coinvolte le scuole

di Lina Beltrame
2 minuti di lettura

BELLUNO. Entrando nella chiesa di San Rocco si rimane incantati dalla Cappella degli Scrovegni che, in scala uno a quattro, è partita da Padova, ha fatto tappa in 14 città venete ed è arrivata a Belluno.

«Vi rimarrà fino al 3 maggio per farsi conoscere e ammirare dal pubblico, grazie ad un centinaio di studenti di quarta e quinta superiore delle scuole di Belluno, Agordo e Feltre, che si sono preparati con impegno ed entusiasmo per fare da guida, in un progetto di alternanza scuola-lavoro» dice Don Alex Vascellari, parroco e docente al liceo “Lollino” .

Le visite giornaliere dalle 9 alle 13 e dalle 14,30 alle 18,30 sono gratuite e libere, ai gruppi si consiglia di prenotare (segreteriapastorale@chiesabellunofeltre.it).

Sotto le 800 stelle del cielo dipinto da Giotto, circondato dagli armoniosi colori che riproducono gli affreschi, il professor Roberto Filippetti curatore della mostra, ne parla con la passione e la competenza di chi si occupa di arte in genere e di pittura giottesca in particolare, da oltre quarant’anni.

È docente di iconologia e iconografia cristiana e si dedica a far incontrare bambini, giovani e adulti con la grande arte pittorica per risvegliare il desiderio e il gusto per la bellezza, attraverso mostre, conferenze, libri come “Il Vangelo secondo Giotto” dedicato ai bambini piccoli che sa incantare e divertire.

Nell’illustrare i dipinti, fa notare i particolari, la simmetria che richiama il poema di Dante Alighieri, la figura di Cristo, degli apostoli, e di tutti coloro che fanno da contorno alla vita di Cristo e della Madonna e ancora gli animali, le piante...

Interessante e curiosa è una data particolare, il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa celebra l’Annunciazione: infatti, ricordiamo che la Cappella è intitolata a S. Maria della Carità.

Ma vi sono altre coincidenze: il lavoro di Giotto ha coperto un arco di tempo tra il 25 marzo 1303 al 25 marzo 1305, e poi la cappella è orientata esattamente con il sorgere del sole del 25 marzo e per finire è in questa data che si celebrava il capodanno a Padova e qualche altra città italiana.

Questa sera alle 20 e 30, a ingresso libero, nel Teatro Giovanni XXIII, il professor Filippetti presenterà una videoproiezione molto dettagliata, in cui sarà possibile notare dei particolari invisibili negli affreschi originali e in quelli riprodotti in mostra. Le immagini saranno accompagnate da interventi musicali degli allievi della scuola media “Ricci”.



Un’altra videoproiezione è riservata in mattinata alle scuole, un’altra domani mattina e una replica il 2 maggio. Durante la permanenza della mostra, sono previsti altri eventi: sabato 14 aprile, alle 20 e 30 la Chiesa di S. Stefano ospita “Meditazioni sonore nella Padova di Giotto”, con canti trecenteschi e gregoriani, letture, intermezzi d’organo e una visita notturna alla Cappella, in San Rocco.

Domenica 22 aprile alle 18, lo spettacolo teatrale “I due di Emmaus”, al Centro Giovanni XXIII con offerta a sostegno di un asilo iracheno.

Un itinerario tra cibo e parole con i personaggi dell’Inferno dantesco, organizzato dagli studenti della prima Liceo Lollino, si terrà nel Ristorante “Al Centro” in Piazza Piloni; le prenotazioni entro il 17 aprile, il costo 25 euro.

«Ma», ha concluso Filippetti «può darsi che nel frattempo non si pensi a qualche altro evento»
 

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