In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Mostra del cinema: in un docufilm i ricordi di guerra di quattro fodomi

“I bambini della Grande guerra” del regista Bettero è stato presentato come pellicola fuori concorso

Lorenzo Soratroi
2 minuti di lettura

LIVINALLONGO

Voci di guerra fodome alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel film “I bambini della Grande Guerra” del regista Alessandro Bettero, i ricordi di quattro anziani fodomi, testimoni diretti e indiretti del conflitto.

C’è stato anche un pezzo di Fodom nella 75ª Mostra del cinema di Venezia. Nei giorni scorsi è stato presentato, fuori concorso, il docufilm del regista Alessandro Bettero dal titolo “I bambini della Grande Guerra”, che riporta, tra le altre, anche le testimonianze di quattro anziani fodomi. Si tratta di Benigno Pellegrini “Gobo”, Rosa Pellegrini “de Dorich”, Rosa Pezzei “Tonia” e Maria Paolina “Zisona” Crepaz. Tutti testimoni diretti, perché appena bambini allo scoppio del conflitto, o indiretti, per aver sentito parlare di quella guerra dai racconti dei loro genitori.

Nell’anno del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale, il regista è andato a raccogliere le voci di questi centenari e ultracentenari, figli di soldati, i figli della Grande Guerra, per raccontare, senza mediazioni narrative, senza voice-over, quel capitolo decisivo della nostra storia, che nel film viene suddiviso in “cinque atti”: la vita prima della guerra, la guerra in casa e i padri al fronte, Caporetto e la ritirata, la vittoria, le speranze tradite. Sono gli ultimi testimoni della Prima Guerra mondiale combattuta sul fronte italiano.

Vissero la guerra in casa, dall’Isonzo all’Adige quando l’Italia Nord orientale era contemporaneamente un campo di battaglia e un territorio abitato. L’unica storia al mondo della Grande Guerra raccontata dagli ultimi superstiti: i bambini di allora. La guerra rappresentò per questi bambini l’opportunità di assaggiare la marmellata degli inglesi, di procurare le lumache ai francesi, di veder volare il dirigibile Zeppelin, di conoscere D’Annunzio ed Hemingway. Per quei piccoli fodomi attraversare il grande Danubio o vedere una grande città durante il periodo trascorso come profughi in Boemia, Abruzzo e Piemonte. Ma anche di sperimentare la fame e la sofferenza, la rabbia e la morte, la speranza e il riscatto e, finalmente, la pace.

Durante e dopo le registrazioni delle loro testimonianze, i “Bambini” sono quasi tutti scomparsi. A Fodom l’ultimo è stato Benigno Pellegrini. Maria Paolina Crepaz, mamma della storica Luciana Palla, si era spenta ultra centenaria, così come Rosa Pellegrini, che a 90 anni scrisse ancora un libro in ladino dal titolo “Davò el niol tourna el saren”, dove ha raccolto anche le sue memorie di guerra. Lei, classe 1915, era dovuta scappare profuga con la famiglia a Onies, in Val Badia.

«Non sapevo niente di questo film», racconta Lorenzo Pellegrini, «figlio di Benigno. «O meglio. Forse me l’avrà anche detto, ma non era la prima volta che qualche troupe televisiva lo intervistava per questo o quel servizio. Era una delle memorie storiche della nostra comunità».

Così nei giorni scorsi è arrivata inaspettata la mail da parte del regista che li invitava alla presentazione riservata proprio a loro ed alle comparse nientemeno che in una sala del Lido; alla Mostra del cinema di Venezia. Una decina quelli scesi a Venezia, figli e nipoti, curiosi ed emozionati di risentire le voci ed i racconti dei loro cari, anche se magari già sentiti raccontare chissà quante volte. —



I commenti dei lettori