Società cosmopolita e rione a rischioAccoglienza, ma rispetto delle regole

diSilvia Suppa

La situazione esplosiva in uno dei quartieri non molto distanti dal centro della città
Il rione era zona di operai, artigiani e borghesi. Oggi il tessuto è gravemente alterato

La situazione del quartiere «Libertà» di Bari ormai impone interventi fermi, prima che il male si diffonda in altre aree e al centro murattiano; ne va del volto della città. E non serve parlare di periferie degli esclusi; il problema è diverso, se si pensa che i capoluoghi pugliesi sono «fuochi» relativamente piccoli, spesso divisi in quartieri tuttora ricchi di storia e mestieri. Il Libertà era – era – area di operai e artigiani di alta qualità, di ferrovieri orgogliosi e di borghesi pieni di dignità, sempre attenti alla famiglia e al futuro dei più giovani. Questo tessuto oggi è gravemente alterato, per mano di attori diversi, fra i quali è giunto il momento di fare delle differenze. Non si tratta di inveire qualunquisticamente verso rifugiati e stranieri di varia provenienza; tutt’altro. Si tratta di riconoscere filoni differenziati di delinquenza, organizzata e spinta nell’offesa profonda alle leggi, ai beni e alle persone; perciò bisogna cambiare registro, passando agli arresti e, eventualmente, alle espulsioni.

L’allarme sicurezza

Cominciamo da chi si accampa quasi fra i palazzi e avvia i figli minori all’accattonaggio e al furto di strada. Se c’è chi educa i ragazzini alla delinquenza, va fermato e, se esistono le condizioni, rispedito subito ai Paesi di provenienza, prima che esporti le proprie «imprese» anche in altre zone di Bari. Poi nel Libertà si incrociano individui inquietanti, che diffondono droga e prostituzione, non senza scontri duri fra la gente spaventata. Pure costoro non possono fruire di garanzie politiche e giuridiche, se in fondo stanno cancellando una vita civile di antica cifra mediterranea; per i delinquenti di mestiere si aprano le porte del carcere. Non devono esserci equivoci sul problema.

Interventi sociali e legalità

In Puglia siamo tutti pronti per una società cosmopolita, che in parte già esiste senza turbamenti di nessuno. La sicurezza, però, è un’altra cosa e non nasce spontanea, senza una spinta. Per esempio, le necessarie misure di riordino in parti di città, possono arricchirsi di procedure volte a ripristinare le attività sane del quartiere, a cominciare da pratiche economiche e amministrative per la rinascita dell’artigianato, magari dimensionato sul mondo attuale, con cooperative di manutenzione delle abitazioni, o di sartoria, con validi esercizi pubblici di cucina tradizionale, o di attività di tempo libero, dallo sport alla socializzazione conviviale. Tutti attendono un’inversione di marcia, verso sicurezza e legalità; sono diritti dei cittadini, anche dei rifugiati. Ma la politica, non può solo parlare.

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29 novembre 2017 2017 ( modifica il 29 novembre 2017 2017 | 09:05)