Mezzogiorno, 18 ottobre 2017 - 09:18

Ma così è tutti contro tutti

di Silvio Suppa

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Anche se manca molto al voto di primavera, in Puglia la situazione è già rovente, come se fossimo in piena campagna, non senza vistosi elementi di confusione. Da un lato Emiliano vuole mettere in campo una sua lista civica, come quando si elegge un sindaco o si rinnova la stessa presidenza della Regione. Dall’altro lato D’Alema proclama la decisione di rimettersi al centro della politica pugliese, come se fossimo di nuovo negli anni ’90 del ‘900; e poi non mancano altri bisticci nel centrosinistra, tutt’altro che coeso. Sembra che in questo pezzo di Mezzogiorno, sino a ieri tutto impegnato nel suo sviluppo, oggi siano tutti contro tutti; e non è finita, se si guarda al corteggiamento reciproco fra Emiliano e la destra più tradizionale, in un valzer da osservare con cura. Persino Maroni, presidente della Lombardia e dirigente della Lega, si ritrova sotto i riflettori della nostra terra. Che senso ha tutto questo rimescolamento di posizioni e nomi, alcuni anche importanti nell’olimpo politico nazionale? Non è facilissimo riacchiappare il bandolo della matassa, ma si può avanzare una riflessione. Il sistema elettorale prossimo venturo – deve ancora pronunciarsi il Senato – riaccenderà il peso del proporzionale, ed ecco che la scena si fa più chiara e fortemente influenzata dal computo dei voti di lista e dal peso dei pacchetti di voti a favore. Il cosiddetto «rosatellum», infatti, prevede i collegi uninominali «secchi», dove vince chi realizza il consenso più alto, ma apre assai di più al proporzionale, che alla fine influenzerà in modo decisivo la formazione del nuovo parlamento e delle possibili maggioranze, ammesso che ne vedremo una sicura, di maggioranza. Così potrebbe diventare ben possibile il ritorno di una figura come D’Alema, oggi lontano dal Pd, e acquisterebbe importanza, per Emiliano, disporre di una lista cosiddetta civica, per raggranellare un punteggio consistente su scala regionale, magari da far valere nella successiva scelta dei ministri. È solo un’ipotesi per leggere oltre le attuali nebbie, e per comprendere questa lunga rincorsa da parte dei maggiori competitori, senza paura di arrivare poi al traguardo con il piede sbagliato. In fondo, la recente storia politica della Puglia è passata attraverso ruoli e nomi individuali, più che attraverso proposte oggettive, relativamente disgiunte dal «rumore» del rango. Oggi, il proporzionale, anche se parziale, scatena appetiti insperati; inoltre è l’unico sistema che all’indomani del voto fa cantare vittoria anche a chi sia solo presente alla negoziazione dei posti di governo. Perché non provarci?

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