Ilva, il ministro Calenda chiama il sindaco di Taranto: incontro il 31

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Il titolare dello Sviluppo Economico disponibile a discutere dei temi che stanno a cuore a Melucci. Intanto gli ambientalisti di Peacelink si rivolgono alla Ue dopo l’emergenza «wind day»

Il ministro Calenda

Il ministro Calenda

TARANTO - «Questa mattina ho ricevuto la telefonata del ministro Carlo Calenda che si è detto disponibile a parlarmi a margine dell’incontro del prossimo 31 ottobre con i sindacati e la nuova proprietà dell’Ilva». Lo riferisce il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, che nei giorni scorsi aveva chiesto al ministro dello Sviluppo Economico di coinvolgere gli enti locali nei tavoli di confronto con Am Investco.

Il ricorso alla Ue sull’inquinamento

Dopo l’annuncio del sindaco di Taranto di impugnare il decreto che approva la nuova Aia per l’Ilva, Peacelink ha scritto al Commissario europeo per l’Ambiente, gli Affari marittimi e la Pesca, Karmenu Vella, in merito ai recenti fatti accaduti a Taranto durante i `wind day´, inoltrando alla Commissione europea anche un dossier fotografico sulla giornata del 24 ottobre scorso e la documentazione relativa all’Aia. La lettera, che porta la firma di Alessandro Marescotti, Antonia Battaglia e Luciano Manna, è stata inviata per conoscenza anche a Margrethe Vestager, Commissario europeo per la Concorrenza, e Pierre Moscovici, Commissario europeo per gli Affari economici e monetari. Gli ambientalisti fanno presente, in relazione alle previsioni di `wind day´, che «nei giorni 24, 25 e 26 ottobre la città di Taranto è stata colpita da raffiche di vento che hanno sollevato le polveri dei parchi minerali dell’Ilva e dei diversi cumuli di rifiuti speciali stoccati nello stabilimento, stendendo sulla città un manto tossico impressionante, come si evince dalle foto in allegato. La copertura del parco minerali dell’Ilva doveva essere realizzata entro il 2015 ma ad oggi, come per diverse altre prescrizioni Aia di fondamentale importanza, i lavori non sono stati completati». Gli attivisti di Peacelink spiegano inoltre che «i cumuli di rifiuti speciali, oggetto del decreto del 14 marzo 2014, saranno smaltiti, secondo quanto richiesto dai nuovi acquirenti del Gruppo Ilva, soltanto entro il 2023. Ciò che è invece emerso dalla caratterizzazione dei terreni realizzata sotto i parchi minerali - concludono - è che vi è un inquinamento molto elevato del terreno profondo e della falda acquifera superficiale, con notevoli superamenti dei limiti di legge».

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25 ottobre 2017 2017 ( modifica il 25 ottobre 2017 2017 | 15:45)