Quando la mafia uccide per sbaglioVittime innocenti e delitti irrisolti

diAngela Balenzano

Anna Rosa e gli altri. L’episodio di Bitonto è l’ultimo di una lunga serie
Le storie di chi ha perso la vita per errore e di chi non ha avuto giustizia

È una lunga scia quella dei morti innocenti «colpevoli» di essersi trovati nel posto sbagliato nel momento sbagliato mentre a Bari e in provincia si combatteva la guerra di mafia. Vite spezzate di adolescenti, operai, casalinghe. Persone che tornavano a casa, che andavano al lavoro oppure a messa. O che addirittura erano in casa a preparare la cena. Persone lontane da qualsiasi logica criminale il cui destino si è incrociato con pallottole vaganti esplose all’impazzata da mani inesperte e responsabili di aver colpito il bersaglio sbagliato. Una guerra di mafia che negli ultimi vent’anni, pur se alternata da periodi di relativa calma, non si è mai veramente placata. Cosche mafiose si fronteggiano in mezzo alla gente sparando piogge di proiettili per guadagnarsi una fetta in più di territorio così da spacciare droga in un’area di controllo più vasta.
L’ultima vittima innocente è la 84enne Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore una settimana fa a Bitonto. Stava camminando tra i vicoli del borgo antico dopo essere stata a messa quando è stata colpita da una raffica di pallottole che erano destinate, secondo la polizia, al pregiudicato 20enne Giuseppe Casadibari rimasto ferito. Una delle ipotesi al vaglio degli investigatori è che la donna sia stata usata come scudo nei momenti concitati della sparatoria. Le indagini sono affidate ai poliziotti della squadra mobile: tanti i testimoni ascoltati. Il killer dell’anziana è, almeno per ora, in libertà. Il suo omicidio riporta alla mente quella di un’altra pensionata, Maria Colangiuli, 70 anni, avvenuto al quartiere San Paolo 18 anni fa. Era la sera del 7 giugno del 2000: la donna era in veranda al terzo piano di un edificio. Mentre lei apparecchiava la tavola per la cena, in strada c’erano due bande criminali che stavano regolando i conti a suon di pistolettate. Una pallottola vagante colpì a morte la donna. Gli investigatori seguirono la pista della guerra tra il clan Montani e Diomede, ma l’identità dei killer non è mai stata stabilita con certezza. Diciotto anni dopo il delitto è ancora impunito.
Le pagine più brutte della storia di Bari sono state segnate dagli omicidi di Michele Fazio, il 12 luglio del 2001 e quella di Gaetano Marchitelli, il 2 ottobre del 2003. Due adolescenti assassinati per sbaglio: si sono trovati in mezzo a pallottole vaganti mentre per le strade si consumavano gli ennesimi agguati di mafia. Michele aveva 16 anni e stava tornando a casa, a Bari Vecchia, proprio nel momento della sparatoria: ad affrontarsi tra i vicoli del borgo antico erano i clan Strisciuglio e Capriati. Gaetano, assassinato a Carbonara, aveva 15 anni. Si trovava nei pressi della pizzeria dove lavorava dopo aver finito di studiare. I proiettili arrivarono da una macchina in corsa ed erano indirizzati ad un gruppo di giovani. Non ci fu scampo per il quindicenne: in quella sparatoria fu ferito lievemente anche un 14enne, innocente anche lui. I killer di Michele (il suo caso era stato inizialmente archiviato) e Gaetano sono stati processati e condannati.
Il 16 marzo 2011 a Carbonara è stato ucciso per errore un operaio 38enne, Giuseppe Mizzi. In quel caso si trattò di un fatale scambio di persona: il mandante era il boss Antonio Battista che ai suoi killer aveva ordinato: «Uccidete chi trovate». I sicari però sbagliarono il bersaglio. I presunti assassini di Mizzi sono stati condannati.
Non hanno mai avuto un nome i killer di Giuseppe Grandolfo, 38enne incensurato, assassinato 18 anni al quartiere Libertà di Bari. I sicari volevano colpire un boss emergente, ma a morire fu Grandolfo. Aveva una moglie e due figli di 6 e 10 anni.
Giuseppe Di Terlizzi, 33 anni, fu ucciso per errore in una sparatoria all’esterno di una discoteca barese il 10 aprile del 2011. Era in corso una lite tra pregiudicati. Il suo killer è stato catturato.

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8 gennaio 2018 2018 ( modifica il 8 gennaio 2018 2018 | 11:44)