Mezzogiorno, 9 gennaio 2018 - 11:57

Morti di mafia vittime per sbaglio Decaro: aspettano giustizia

Colloquio con il sindaco sulle troppe vite spezzate senza motivo e spesso senza colpevoli. «A questa ferocia dobbiamo dare una risposta corale, le istituzioni insieme ai cittadini»

di Angela Balenzano

shadow

BARI «È importante non dimenticare, mantenere vivo il ricordo e continuare a chiedere risposte, verità e soprattutto che i colpevoli paghino per ciò che hanno commesso». All’indomani dell’inchiesta del Corriere del Mezzogiornoche ha ricordato come i killer di alcune delle persone uccise per sbaglio dalla mafia a Bari non hanno mai avuto un nome, il sindaco Antonio Decaro chiede che sia fatta giustizia. Affinché quelle morti ingiuste non rimangano per sempre impunite. Emblematici sono i casi di Maria Colangiuli e Giuseppe Grandolfo, uccisi a Bari 18 anni fa: i loro assassini non sono mai stati identificati con certezza. «Bruciano sulla coscienza di tutti noi - continua ancora il sindaco - le vittime innocenti di mafia che ancora oggi attendono giustizia e che la nostra terra piange. Sono persone che hanno perso la vita lottando per la legalità e la giustizia, o, come Anna Rosa Tarantino, Giuseppe Di Terlizzi, Giuseppe Mizzi, Michele Fazio, Gaetano Marchitelli, Maria Colangiuli e Giuseppe Grandolfo, persone che si sono trovate al momento sbagliato nel posto sbagliato. È forse questa la beffa più grande, perché per le persone oneste, perbene, che trascorrono la loro vita in maniera tranquilla non ci dovrebbero essere né posti sbagliati né momenti sbagliati. A maggior ragione se si tratta delle loro città». Anna Rosa Tarantino, 84 anni, è l’ultima vittima innocente ammazzata il 30 dicembre scorso a Bitonto. Stava tornando a casa dalla messa quando in un vicolo della città vecchia si è trovata in mezzo ad una sparatoria tra clan. È addirittura possibile che il bersaglio dell’agguato l’abbia usata come scudo.

«Sono sbagliati, invece, tutti i momenti e luoghi per le mafie, per la criminalità organizzata portatrice di morte e di violenza, senza rispetto per niente e per nessuno - aggiunge ancora Decaro - che si tratti di donne, giovani o persone anziane, per i luoghi sacri, che siano chiese o piazze o spazi domestici (Maria Colangiuli, uccisa al quartiere San Paolo il 7 giugno del 2000 fu colpita da un proiettile mentre era in veranda a preparare la cena per la sua famiglia, ndr). A questa ferocia, oggi come ieri, è necessario dare una risposta corale da parte delle istituzioni insieme alle forze dell’ordine, agli inquirenti, ai cittadini. Una risposta decisa che veda da un lato la certezza della pena per chi colpisce in modo brutale il cuore di una comunità e dall’altro l’indignazione e la condanna ferma di tutti noi nei confronti di chi uccide, ancora più se a perdere la vita sono donne e uomini innocenti. Chi uccide innocenti in nome della propria guerra di interesse - aggiunge Decaro non dovrebbe avere diritto di cittadinanza nella nostra città, né trovare copertura nel silenzio o nella paura di chi volta la testa dall’altra parte. La mafia non uccide per sbaglio. La mafia uccide e lo fa per difendere privilegi e rendite, per tenere un territorio sotto il ricatto della paura, per manifestare il proprio potere. E poco conta, ai suoi occhi, se a morire sono persone innocenti che niente hanno a che fare con le logiche criminali. Per questo - conclude il sindaco - non c’è sbaglio che tenga, ma una condanna senza se e senza ma».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT